Variegato notturno

Fehrer
00mercoledì 25 maggio 2016 11:21
[Draugceleb, Fehrer, Haynes, Naresh]

Riassunto:

Un uomo, un elfo e due animorph: l'approdo è teatro della loro conoscenza, di scambi di parole, di arrosti di lupo paventati e del prodigio dell'Isola, che ha fatto divenire la piccola Haynes, una giovane donna.

Commento:

Non è frequente finire alla svelta una giocata in quattro. Grazie a tutti ^_*


DRAUGCELEB (approdo)Ha spinto il roano troppo nella corsa lungo l'approdo, si accorge che ha bisogno di riposo, ha la schiuma di tutta la bocca e lungo il morso, lo fa scartare verso sinistra al limitare della foresta dove lo lascia perché possa riposarsi e brucare dell'erba. Gli ha chiesto troppo ad ora lo lascia al meritato riposo mentre la mente vaga lungo la riva con gli stivali nell'acqua per i troppi problemi che si accumulano, alcuni trovano risoluzione, altri no e Tarkien non gli da nuove degne di nota alcuna. Dovrà riprendere i giri in foresta a quanto pare, cosa che ultimamente ha allentato. Ha la chiave dello spettro nascosta sotto una tunica blu con fili d'argento e legata alla vita la lunga elfica. Vaga lungo la riva pensando alla conversazione con Lisirya a ciò che deve essere nascosto e a ciò che deve essere invece mostrato. Adesso che niente lo lega a nessuno sarebbe facile prendere il mare, o lo sarebbe stato tempo addietro ma scaccia questi pensieri con un movimento deciso del capo adesso non è il momento per pensarci. È lontano dalle luci dela tenda di cavalieri e guardiani, da solo così come sente se stesso, ci sono cose che non cambieranno mai o forse si, tra poco ci sarà la finale del torneo e tanto altro. Immerso nei pensieri così come gli stivali fino alle caviglie, in un incedere elegante ma torbido e per nulla sicuro o così appare.

FEHRER [Approdo | Verso il Molo] La notte ha indossato il suo abito migliore, con la luna a tre quarti aggrappata all'orlo e uno sfondo di stelle a ricamarne il tessuto. E come potrebbe essere altrimenti? Le notti di Avalon non conoscono abiti sdruciti o succinti: le luci che tratteggiano pozzanghere ambrate su questo spicchio di mondo sono arabeschi più preziosi di qualsiasi pregio damascato cantino le ancelle delle terre della moda e dell'estate. Il Nith Ishtuk, che ha vissuto l'infanzia e l'adolescenza sotto ben altro scenario, dominato dalla neve e da gole col respiro soffocato dal giogo della guerra, osserva con freddo distacco l'idillio che si stende a perdita d'occhio, sormontando la linea dell'orizzonte dall'alto d'un baio assai scuro, al trotto sulla spinta leggera delle cosce sui suoi fianchi vigorosi. Da quando la bimba è tornata a casa e sogna di principesse, guerrieri e draghi nella sua stanza al Tempio, il Lupo Bianco ha ritrovato contatto con la realtà isolana, svolgendo come di consueto occupazioni che hanno ben poco a che spartire con gli individui della Loggia: l'Abietto non manca di pizzicare le corde dell'ego dell'uomo dei ghiacci, chiudendo appena la tenaglia delle sue fauci sulla coscienza di lui. Il Nordico aggrotta la fronte, infestata da una ragnatela di rughe che non scioglie il dubbio sull'età effettiva del Colosso, ma che certamente sottolinea ch'egli non è certo un moccioso. Gli zoccoli calpestano il manto di sabbia e, udibili, conducono cavallo e cavaliere là dove il pontile si perde nell'ombra soffusa, slanciandosi verso il lago. I capelli biondo scuro se ne stanno sciolti sulle spalle e, se l'abbigliamento - una giubba nerastra in cuoio borchiato - non dichiara intenti belligeranti, ugualmente non si può dire dell'equipaggiamento: le due spade, la lunga e la bastarda, riposano nelle guaine incrociate sulle spalle, pigolando come a ritmare la sua lenta avanzata.

NARESH [Foresta > Approdo°°FA] Snif nif, tartufo in su e si, è passato di qui. Il lupo argentato che ti da la pappa. Oh, è andata malissimo la caccia oggi, così male che hai provato anche a mangiarti la coda. E' non è una novità, devi proprio trovare qualcuno che ti insegni a cacciare, o resterai una lupetta minuscola per sempre. Chissà se Mamma Natura ti protegge anche da lupetta. Cammini un pò lateralmente nei tuoi 40 cm di lunghezza, sei una macchia nera che si vede appena quando la luna attraversa le nuvole. Faresti qualche passo, anzi no, al trotto nella sabbia. Quanto ti piace sporcarti tutto il pelo. Sopratutto quando è bagnato! I cuscinetti sono così silenziosi poi, in questo terreno, ed una volta abbastanza vicina all'elfo, faresti un piccolo ululato, per farti sentire, sempre a debita distanza ovviamente. Ma il vento ti porterebbe un altro odore, uno diverso, può puzzolente forse, comunque, sà meno di foresta. Ti spaventi un pò e la coda si abbassa e si infila appena fra le zampe posteriori. Le orecchie si alzano e puntano verso lo sconosciuto. Fortuna che siamo di notte, e tu sei nera.

DRAUGCELEB (approdo)Che serata strana, un uomo a cavallo, armato a dire dal rumore delle lame e massiccio, il cavallo al galoppo non fa il rumore di chi è sotto pressione come il roano, che per quanto gli spiaccia, sostituirà con un frisone tutto suo, vuole costruire tutto da se senza approfittare delle gentilezza altrui. Ma c ' è altro ed è la lupetta nera che si fa sentire, e pensa ad un'altra piccola persa chissà dove. Si gira nella sua direzione e la guarda come se la vedesse da lontano non è del suo umore migliore questa sera. Le sorride poco e le farebbe cenno di porsi dietro di lui se ha paura del cavaliere in arrivo, un nordico dai caratteri. Shalom ne raccoglie molti ma è anche normale vista la sua posizione. Aspetta che l'altro si avvicini e con le stesse note lontane che caratterizzano il suo sguardo saluterà chi si avvicina con un inchino del capo. ''Sid et gloria.'' Nulla di più nulla di meno, non sa chi sia ne mai il suo nome è giunto alla sua orecchie, ma l'elfo è lontano, freddo più marmoreo di quanto non sia quando è cortese, simile a una statua di pregiata fattura e di tanto in tanto lo sguardo ha verso la lupetta, ancora piccola ma questa sera ha poco con se che non sia un piccolo pezzo di lembas che ha preparato da se stesso, dovrà recarsi dove sa perché il miruvor deve riassaporarlo e solo lui sa come si prepara.

FEHRER [Approdo | Pressi Molo] Noterà, chiunque desiderasse prendere visione della sua figura svettante, che l'Alfiere non stringe le redini: le mani sono poggiate, lievi, sulla criniera della bestia, che pare seguire una via conosciuta piuttosto che affidarsi al volere dell'uomo, che regola unicamente la velocità dell'andatura. Di contro, il Bastardo osserva ciò che l'attende là dov'è diretto, fissando l'espressione serena sul Cavaliere e sulla struttura che funge da controllo per l'andirivieni da e per l'Isola. Non può dire d'esser certo d'aver udito altro, oltre il saluto dell'elfo, ma, se pure potesse cogliere il verso della piccola creatura, non gli riuscirebbe d'associarla alla macchia d'inchiostro che si confonde nella marea nera che decora la notte. Un cenno del capo precede la voce dell'Ishtuk, mite e pacata, eppur graffiante e profonda: il verso d'una bestia imprigionata in una gabbia di carne e ossa. "Lex Draconis." E basta. Smonta dalla cavalcatura, lasciando a un piede il compito di separarsi dalla staffa e alla stessa gamba di aggirare agilmente l'animale, prima di ritrovarsi a terra. Sposta l'attenzione sul lago, donando un buffo a Félaròf. Se sarà conversazione, l'uomo del Nord, al momento, non dà segno di volerla intavolare.

NARESH [Approdo°°FA] Per tutte le facce della Dea, quello è un enorme cavallo! E c'è un altro cavallo ancora più grande sopra di lui. TERRORE. Si farebbe piccola piccola raggiungendo l'elfo ed infilandosi sotto le sue gambe. Strano comportamento se non fosse per i loro precedenti. Ovvio che, Draug è il minore dei due mali. E le spade poi, fanno rumore e scintillano, e chissà quante persone sono state uccise. Lui, è un maschio, anche il cavallo sembra maschio da qua sotto, ma tu non ti intendi di cavalli. Comunque, non sembra un budino, significa buono, ma lui non lo saprà. Le orecchie si abbassano all'indietro e ti abbassi con il pancino sulla sabbia. Eri piccola, lo sei ancora di più. Ti nascondi, e che potresti fare? Mica lo puoi mordere, guarda quanto è grosso! Non può essere una persona normale. Poi senti la sua voce, Dracochè? Ah, una volta hai sentito dire di questi cavalieri, che sono amici dei draghi, ma i draghi sono budini? Questo non lo sai. Per il momento lasci che tutto avvenga, senza muovere un muscolo, senza aprir muso, senza fiatare. Se lui è budino, ti darà la pappa!

DRAUGCELEB (approdo)E' divertito dal comportamento della lupetta, ricorda bene la sera in cui hanno giocato e sposta la gamba in un gesto comune per nasconderla un po'. ''Il terzo dunque.''Sussurra tra se e se constatando il fatto che se Keris fosse stato riammesso tra i cavalieri dei draghi, lui sarebbe il terzo che conosce questa sera, non incontrava il loro capo congrega da tantissimo tempo ormai. Non sa nemmeno se sia ancora ad Avalon o meno ma forse si. Nota che porta le spade sulla spalla e il pensiero corre verso un problema attuale ma si era promesso di non pensarci e non lo farà, troppo problematica la situazione. E' curioso di sapere quale drago abiti la sua mente ma non ne farà parola, non per il momento, aveva avuto il suo battibecco con un altro drago anche se indirettamente. Prende dalla tunica quel pezzetto di lembas grande quanto il suo palmo, quindi un bel pezzetto per la lupetta e lo divide in piccoli pezzi, chinandosi sul ginocchio sinistro dopo essersi spostato sulla sinistra dell'animaletto e glielo offrirebbe sempre se accettasse, non è carne ma è molto nutriente e buono. ''Avete visto una bambina da queste parti?'' Chiede di tanto in tanto, e la presenza della lupetta gli ricorda prepotentemente la questione. Chissà che lui sappia qualcosa. ''Bionda, occhi chiari, è scomparsa da un po'.'' Ignaro di chi si trovi di fronte parla con la voce bassa e profonda ma udibile, mentre lo sguardo ha solo accenni di coscienza rimanendo prevalentemente cortese ma freddo e cangiante.

HAYNES { . Pressi Molo . }{FU}{ Sono passati mesi da quando è riuscita ad allontanarsi dalla radura faerica, un lasso di tempo immenso per chi, come lei, ha perso la memoria. Grazie all’ausilio delle Sacerdotesse della Dea e di suo padre, l’Animorph è ora in grado di presentarsi e di parlare di sé senza incepparsi, un traguardo di per sé ragguardevole. L’unico fulmine a ciel sereno nella sua vita idilliaca è l’assenza di Roseline, un ago nel suo cuore la cui ferita si allarga ogni giorno di più. Dalle Sorelle della madre ha avito modo di apprendere ch’ella si era allontanata fra le Nebbie per cercarla e da esse non ha ancora fatto ritorno; sentendosi irrimediabilmente responsabile per l’accaduto, la sedicenne si è decisa a cercarla nel loco ove pensa possa essere cominciato il suo viaggio, scrutando la superficie del lago che in cambio le dona solo la sua immagine riflessa nello specchio d’acqua. Ed eccola la Fu Principessa di Avalon, ora una comune suddita: il suo corpo magro è abbigliato da una semplice tunica verde menta stretta sotto al seno da una cinta, mentre dall’orlo della veste sbucano i calzari coi quali ella percuote il terreno. I lunghi capelli chiarissimi sono lasciati sciolti fra le scapole a lambire la fine della schiena, senza nessuna treccia o altra acconciatura a domarli. Un vocio indistinto alle sue spalle la porterebbe a voltarsi ma solo una voce che conosce come il suo respiro la convincerebbe ad appropinquarsi in direzione dei due uomini poco distanti da lei. Fehrer, Naresh e Draugceleb non dovrebbero far fatica nello scorgerla, con un’espressione disorientata sul volto girovagare da sola nei pressi del molo. }

FEHRER [Approdo | Pressi Molo] Gli fosse dato d'intercettare le movenze della piccola lupa fra le gambe del Cavaliere, la osserverebbe con curiosità, proprio non riuscendo a impedirsi di immaginare come verrebbe... arrostita e con delle patate ad abbellirne le cosce. La bestiolina ha salva la pelle solo e semplicemente perché gli ricorda sua figlia. Si dà il caso che Haynes, anziché interessarsi alle bambole o alle belle arti, sia in grado di cambiare pelle e di cucirsi indosso un manto bianco; e si dà il caso, benedetto il cielo di Avalon, che lui ne sia a conoscenza. Non sospetta minimamente che, oltre alla bambina e a sua madre, esistano altri mutaforma, pertanto solleva lo sguardo col desiderio d'incrociare quello dell'Esploratore, ch'arrischia una domanda che, non si fosse presentato come un Cavaliere, gli avrebbe procurato un nemico. Un nemico bastardo e tutt'altro che amichevole, con la pellaccia dura e un aspetto trasandato e poco raccomandabile che, piuttosto che un Cavaliere dei Draghi, l'accomuna a un Re Barbaro deposto. Lo fissa a lungo. Probabilmente inanellando qualche decina di secondi, per sgonfiare le vele dell'Abietto e affidarsi alla lucidità [Volontà I]. "La descrizione coincide esattamente con l'aspetto di mia figlia e voi, Cavaliere, siete un elfo fortunato: conosco il vostro saluto." [«Ma devi ammettere che sarebbe stato infinitamente più divertente scoprire se le ossa di quest'orecchieapunta siano davvero cave come si racconta...»] Qualsiasi replica avesse voluto destinare al fondo della propria coscienza - e che sarebbe rimasta inudibile a chiunque di loro -, è destinata a perdersi nell'intento non realizzato: il campo visivo dell'Ishtuk registra un'altra presenza, poco distante, che non può non riconoscere. "Haynes. Ti sapevo nella tua stanza." La voce del Lupo Bianco è totalmente distesa. E' difficile stabilire se vi corra un rimprovero o meno, ma la ragazzina dovrebbe poterle dare il significato giusto. "La bambina è ormai cresciuta" mormora in aggiunta, piegando leggermente la testa, avendo personalmente assistito all'ennesimo prodigio dell'Isola. Quand'è tornata, non gli arrivava che alla vita; da un giorno all'altro, s'è fatta donna.

NARESH [Approdo°°FA] Questa serata non è andata come si aspettava. Lei e l'altro che le faceva le carezze e i grattini nella pancia. Troppa confusione. Quel tipo sembra cattivissimo e ti guarda come se volesse mangiarti, per fortuna che Draugceleb si abbassa sul ginocchio e ti avvicina del cibo. Ne prendi un pezzetto leccandogli tutta la mano, restando immobile nel tuo posticino sicuro, per poi sentire i passi di un altra persona. E basta! Oramai le lupette non possono più andare in giro tranquille, neppure di notte. Dovrai tornare al Tempio a lamentarti per la scomparsa della mamma Arshal, e non dovrai dimenticare di chiedere a Cerridwen di far gironzolare meno gente, quando tu vuoi le coccole. Sei pur sempre una bimba piccola. E una lupa, minuscola. Vedi una figura non tanto simile a te, giallina, con i capelli come il sole e la pelle chiara, o così ti sembra. L'unica cosa che vi accomuna è che è secca, magra come te. Ti pare quasi di conoscerla però. Hai una strana sensazione, come un brivido che ti attraversa tutta, partendo dalla coda. Ma sarà il vento, c'è freddo a quest'ora della sera. [Riconoscimento 1/2] Si chiama Haynes, Haynes, Haynes, te lo ripeti, e no, mai sentita. Provi a spingere il musetto contro la caviglia dell'elfo, e resti ferma, come una piccola sfinge fra le sue gambe. Di qui, non ti muovi, se non per scappare a zampette levate!

DRAUGCELEB (approdo)Si lascia leccare la mano e le allunga un altro pezzo di cibo ascoltando le parole del cavaliere dei draghi commentando laconico al suo commento sull'essere fortunato ricambiando lo sguardo. ''Capisco.'' La cosa non lo tocca più di tanto in questo momento, strano che sia o forse no, ma si concentra sulle risposte per quello che può e su un ulteriore figura che si avvicina. (senso sviluppato)Il passo è leggero, deve essere una ragazza, ed è proprio Haynes, la bambina adesso donna di cui ha cercato le tracce tempo addietro. Contento di vederla lì, qualcosa di risolto che lo terrà meno a pensare. Rivolge un sorriso a tutti e a nessuno, tenendo per se le proprie emozioni, i propri pensieri e limitandosi ad un cenno del capo. ''Mae govannen Haynes.'' (ben trovata) Si limita a esprimere ciò che pensa nell'antica lingua e l'antica lingua non mente, in alcun modo, è legge quando la si pronuncia, vincolo dal quale non di può fuggire, dalle più piccole cose, ai giuramenti più grandi e potenti. Vede che la lupetta si sente al sicuro lì e non accenna a muoversi dalla sua posizione accovacciata, anzi le gratterebbe la testa se lo concedesse, tralasciando il collo ricorda che si era ritratta la prima volta. Osserva la ragazza, ha da riferire, da conoscere e soppesare, e vede nei tratti di lei elementi paterni e materni, nonostante non abbia avuto modo di conoscerla purtroppo.

HAYNES { . Pressi Molo . }{FU}{ Tutti sanno che Avalon è magica: impedisce ai suoi abitanti di invecchiare con lo stesso ritmo di ogni altra parte del mondo ma condanna i bambini nati sulle sue sponde a crescere ( troppo ) rapidamente. Ecco la sorte toccata alla sedicenne, una giovanissima donna in boccio dai connotati già senza età. Abbraccia con lo sguardo tutti i presenti, non dimenticandone nessuno; per alcuni istanti le iridi color del lago indugiano sulla lupacchiotta poco distante dall’imago dell’Elfo, la quale sembra fissarla con curiosità. Ricambiando lo sguardo, all’Animorph le viene da chiedersi se dietro a quel musetto adorabile vi sia una creatura simile a lei, eppure quel pensiero sciama in fretta, sovrastato dalla voce paterna che le invade con prepotenza l’oto. } Padre { Risponde con tono sorpreso, mentre le labbra si chiudono e le pupille si sgranano appena, stupite di scorgere l’imponente imago dell’Ishtuk in quel loco. Tuttavia, si ricompone in fretta ed un sorriso furbetto le solleva gli angoli della bocca verso l’alto. } E io ti credevo nella tua { Ribatte prontamente, giocherellando con aria innocente con una ciocca di capelli biondissimi; il sangue del Lupo scorre nelle sue vene doppiamente e l’indipendenza per lei è più di una mera necessità. Le iridi abbraccerebbero quindi la figura composta dell’Elfo, al quale donerebbe un sorriso educato ed un cenno del capo a mo’ di saluto. Ma è su Naresh che gli occhi finiscono ancora ed ancora, come se quell’animaletto fosse a lei legato più di quanto possa immaginare. Ed ecco che un brivido percorre la sua schiena, mentre la Lupa scalcia nel suo petto con veemenza. [ Riconoscimento ½ ]}

FEHRER [Approdo | Molo] Di nuovo il molo, di nuovo il lago. Haynes è tornata qui. Un padre sa cosa passi nella testa dei propri figli, sempre. No, probabilmente non tutti i padri, ma lui sì: il suo legame con la giovane donna è assolutamente fuori discussione. Con gli occhi su di lei e la mente proiettata altrove, a sovrapporle una figura dai tratti fumosi, sfilacciati come in un sogno, l'Alfiere l'attende, senza muoversi dalla sua posizione. Se e quando fosse a portata di braccio, Gwynbleidd ne solleverebbe uno: ai più dediti alla famiglia e alla regola ferrea del rispetto patriarcale, verrebbe spontaneo immaginare che l'uomo imponente voglia impartire una lezione alla discola dall'espressione e dal tono impertinenti. Tutt'altro. La mano è destinata alla metà di volto opposta e, se non scansata, vi poggerebbe una ruvida carezza, il pollice sullo zigomo e le dita restanti ch'arrivano al collo. Il sorriso che le regala, è lo stesso sorriso che sporca il viso altrimenti immacolato di lei. Non le risponde, limitandosi a considerare una volta di più che, quanto a carattere, non vi siano dubbi sulla strada intrapresa dai geni dell'animorph. Il cui sguardo non è notato dal Nith, che non s'avvede dell'incrocio visivo fra le due e si rivolge piuttosto all'elfo. "Come sapevate?" gli domanda, eloquente. "Valstaf?"

NARESH [Approdo°°FA] L'hai già provata quella strana sensazione, come quando una volta hai incontrato il lupo bianco con gli occhi di ghiaccio, quello che ti ha offerto la sua tana. Neppure lui, sai che fine ha fatto. [//Riconoscimento 2/2] °°Ehi tu°° direbbe, ed all'altra arriverebbe una vocina in testa, ci prova la cucciola, forse si sbaglia, ma è meglio far pratica. °°Che papà pauroso che hai!°° e prenderebbe le coccole di Draugceleb stando attenta che non le tocchi il collo. E' proprio qui all'approdo che quel Drow l'ha sgozzata. Fortuna che c'era mamma che con Cerridwen l'ha salvata. Si sente tutta eccitata e in men che non si dica scodinzola alla velocità della luce e si solleva su tutte e quattro le zampe, felice, ululando appena ''uu'' per attirare la sua attenzione. Sempre senza allontanarsi dalle gambe dell'elfo. Si alza su due zampe, mostrando la pancia, poggiandosi se riesce con le zampette anteriori sulla gamba piegata di Draugceleb. °°Sei come me?°° domanda, con vocina acuta e strafelice, la lupa che è il lei sta esplodendo di gioia, come se avesse fuoco nelle vene. Farebbe anche un saltello, su se stessa, cadendo poi sulla sabbia di fianco. Oh che visione!!!! La coda a portata di zanne! Vieni qui codina bella che ti mangio ''gRrrr Gnamm, ghrrr mghghg'' ti acchiappo!!!

DRAUGCELEB (approdo)Vede l’amore tra il genitore e la figlia e ricordi antichi e dolorosi si riaffacciano, e gli occhi si intristiscono e si allontanano maggiormente da chi questa notte è qui. Troppe immagini e il peso nel cuore troppo pressante e forte, tempesta che travolge senza pensare alle conseguenze carezzando tremendamente le cicatrici presenti nel cuore che riprende a sanguinare come se se mai avesse smesso in realtà, ma abbozza un sorriso alla risposta della ragazza e alla dolcezza nei gesti del padre, uomo nordico ma dal cuore fortemente legato a chi è carne della sua carne e sangue del suo sangue. “Atar a yelde.” (padre e figlia) sussurra ancora ma forse possono anche sentirlo, accarezzando la parola padre che non pronuncia dall’età di dieci anni anche per gli uomini. Continua a giocare con la lupetta che si agita e si muove senza lasciare il posto dove si trova, e si diverte nel profondo, rimanendo serio, la malinconia è troppo forte questa notte poi riporta lo sguardo sui due. “Si, Valstaf.” Quando era ancora guardiano, gli aveva chiesto aiuto per i suoi sensi sviluppati oltre la media umana e lui aveva accettato senza batter ciglio, preso dalla vicenda in un modo tutto suo e che può comprendere solo lui. Ricorda quel periodo, lo porta ancora addosso e con se nonostante non possa sembrare così ma come ha dimostrato a se stesso, da quando è arrivato ad Avalon, niente è cambiato in lui, ciò che era. è ancora e forse mai cambierà, forse.

HAYNES { . Pressi Molo . }{FU}{ Quando scorge la mano di Fehrer librarsi in aria non si scompone, lasciando che il palmo ruvido del guerriero si posi leggiadro come una farfalla sulla sua pelle nivea, sicura che egli non le farebbe mai del male. A causa dell’oblio in cui sono finiti tutti i suoi ricordi, Haynes aveva perso ogni frammento del legame che l’accomunava all’Alfiere, eppure in quei mesi il loro rapporto par essersi persino rafforzato tanta è la comprensione e tanto è il rispetto che nutre nei confronti del Cavaliere dei Draghi. Di nuovo le sue iridi chiare si immergono nello sguardo di Naresh e stavolta il suo corpo freme per l’eccesso di consapevolezza: dentro di sé, la Lupa uggiola con insistenza, pregando la sua parte umana di rispondere a quel richiamo. [ Riconoscimento 2/2 ] °° Oh sì! È grosso e cattivo °° Tenterebbe di proferire direttamente nella mente di Naresh, soffocando un risolino col dorso della mancina; non ci sono dubbi: un altro Animorph si è parato lungo il suo cammino. Annuirebbe flebilmente, tentando di farsi notare solo dalla sua parirazza, per poi aggiungere °° Sì, ma non dirlo a nessuno. E’ un segreto! °° Sorride alla piccola Lupa che par divertirsi un mondo, quindi posa lo sguardo sull’Elfo, ascoltando lo scambio di battute fra i due uomini. } Chi è Valstaf? { Domanda a bruciapelo, voltando il capo verso suo padre. Di certo, se qualcuno si è prodigato per cercarla è giusto che ella si informi. }

FEHRER [Approdo | Molo] Del dialogo che ha luogo fra le menti delle due, legate da un laccio invisibile eppur consistente, l'uomo del Nord non nutre il benché minimo sospetto. L'unica comunicazione non verbale di cui possa tenere conto e ammettere, è quella che gli graffia le pareti della coscienza, là dove una coda assai spessa e irta di spuntoni lede l'ego e corrode lentamente lo spirito. E' la comunicazione col Demonio, che fiocca respiri che paiono rantoli d'un anziano ormai prossimo al trapasso; e che mai l'abbandona. Mai. D'un tratto, la lupacchiotta cambia atteggiamento e, acchiappando ogni moina del Cavaliere, s'agita, irrequieta. Buffo esemplare. I lupi, nell'Armrinn, non avvicinano gli uomini né abbandonano il branco e, nella maggior parte dei casi, vanno abbattuti. Nel villaggio incavato in una gola innevata dell'estremo Nord, non puoi dirti guerriero bianco se la tua spada non beve il sangue d'uno di loro. Lui scelse il più grosso. "Aenyell'hael [//Battesimo del Fuoco]" mormora levando un sopracciglio, la voce talmente bassa che, probabilmente, soltanto l'elfo potrà udire. "Capisco. Così, immagino di dovervi ringraziare." E, sebbene le parole ne esprimano intenzione, ringraziamento vero e proprio non giunge. Come se il Colosso non fosse in grado d'abbandonare la freddezza insita dei picchi scandinavi, e avesse imparato a prendersi gioco della cortesia aggirandola serenamente. "Vi ho visto già" aggiunge poco dopo, la testa piegando su d'una spalla. "Al Torneo. Buone idee, ma lei... lei era burrascosa." Ghigna, il Barbaro, sinonimo di quanto, silenzioso spettatore dei giochi in corso, stia gradendo la competizione. "Valstaf è forse l'unico guerriero di cui possa fidarmi, al momento. E' il comandante dei guardiani. Un brav'uomo." Nel dirlo, distoglie lo sguardo, depositandolo sulla distesa d'acqua simile a inchiostro.

NARESH [Approdo°°FA] Lei ti risponde, ma la sua risposta non è che ti piaccia poi così tanto. Grosso e cattivo. Dunque, devi starci lontana. °°Io sono Naresh, sono una Druida e non sapevo che c'erano altri come me, che diventano umani°° spieghi, distogliendo per un attimo l'attenzione dalla coda, ormai piena di bava. °°Cattivo cattivo?°° domandi infine, per esserne sicura. Così da imprimere il suo odore e la prossima volta che lo vedi, via con gli incanti della Natura, una bella cinquantina di vespe che lo inseguono e lo pungono dovrebbe andare bene. Ti risollevi su tutte e quattro le zampe provando a fare qualche passo verso la ragazzetta. Non sai ancora se lei è buona oppure no. Dovrai chiederlo alla lupa rossa. Sollevi il tartufo ancor macchiato di rosa, provando ad impregnarti del suo odore. Magari, la ritrovi. °°Che animali diventi? Una volta ho conosciuto un gatto, volevo mangiarlo, non sapevo che era un mutaforma°° spieghi, cercando di convalidare la tua ipotesi. Quando si ha fame, si mangia tutto. °°Ce l'hai la mamma tu? La mia era una Sacerdotessa ma non la trovo più. Mi trovi al Tempio se vuoi giocare°° dici infine, sperando che Rois non ti veda ancora sgattaiolare nei giardini interni, per far danno. Buche. Una dopo l'altra. E poi, deve farti il bagnetto. °°Adesso vado a nanna alla Fortezza dei Druidi, li sono tutti buoni°° le comunichi, in quel sussurro, che giungerebbe solo a lei. Poi ti volti, e provi a recarti ancora fra le gambe dell'elfo. Una bella leccata e buona notte! [//Al prossimo esco :)]

DRAUGCELEB (approdo)Singolare modo di muoversi, nota il movimento della mano della ragazza e lo trova curioso e gli giungono le parole del draconico, una forma molto antica di elfico ormai perso e che non conosce. Scuote la testa alle parole ulteriori dell’umano, non lo fa per gloria o ringraziamenti ma per mettere a tacere il proprio animo, da tempo tormentato e dilaniato, aveva un tempo pensato alla strada dei draghi ma non sono i suoi preferiti e specie non ha bisogno di altri a mettere in subbuglio la propria anima. Sposta lo sguardo sull’uomo quando gli parla del torneo, e gli rivolge uno spento e acceso al tempo stesso, perché in fondo la luce della sua coscienza si anima e vibra. Ascolta la lupetta muoversi verso i suoi interlocutori e la lascia fare ovviamente. Poi ribatte. “Non è difficile non notare le cicatrici né chi le porta ma lei…” quasi fa fatica a parlarne, la colpa è anche la sua dopotutto, la sua e del suo carattere fiero e indipendente, quella mezza, ma non le porta rancore, ha accettato la sconfitta serenamente e con evidente divertimento, non giustificabile forse. “…è un capitolo ancora aperto.” Cosa vogliano dire quelle parole, è ancora nascosto a tutti ma non a lui, ma si, concorda con la sua analisi delle cose e del carattere della mezza. La lupetta torna a leccargli le mani e la accarezza di nuovo per riportare il suo sguardo su di lei. Manca di puntualizzare qualcosa ma infondo è questo che pensa. ''Valstaf non è più comandante, al suo posto ora c'è Gashim Azad.'' Non aggiunge altro non si espone tiene tutto per se.

HAYNES { . Pressi Molo . }{FU}{ Nessun altro sa della tacita conversazione che lega le menti delle due giovani Animorph in una danza di parole. Unico ordine: la segretezza. °° Io sono un Lupo, proprio come te, solo che il mio manto è bianco °° Scorta da lontano, la sua forma animale parrebbe un pupazzo di neve realizzato ad arte. Nuovi concetti silenziosi carezzano i suoi pensieri, ed ancora una volta i suoi occhi cercano quelli di Narsh. °° Io mi chiamo Haynes, sono qui per cercare la mia mamma. Anche lei è una Sacerdotessa e anche lei se ne è andata.. °° Al che le labbra si storcono in una smorfia simile ad un sorriso amaro: le spiace che una creatura così piccola condivida con lei quel destino ingiusto. Annuisce ancora: si ritroveranno al Tempio probabilmente e sì, suo padre è decisamente minaccioso. Non con lei, ovviamente. Ascolta il dire di Fehrer ed annuisce senza aggiungere altro: conosce poche persone sull’Isola Sacra e la gente di cui si fida si conta sulle dita di una mano. }

FEHRER [Approdo | Molo] "Mmh." Il Cavaliere è uno sconosciuto, e decanta esternamente ferite che fior fior d'individui han ben donde di serbare nel doppiofondo del cuore: dove le speranze, di notte, perdono le ali. Eppure, certe ferite sanguinano allo stesso modo, e cicatrizzano in egual misura. La testa ciondola sulle spalle, come se l'Alfiere avesse dimenticato momentaneamente il da farsi; ma le labbra si separano di nuovo, per ribattere alle parole dell'elfo. "Quasi sempre, un capitolo aperto fa molta più presenza di un libro chiuso. La curiosità è più forte della conoscenza." Distoglie lo sguardo dall'Esploratore, recuperando le briglie del cavallo senza più sciorinare voce in proposito. Piuttosto, si rivolge alla giovane donna, facendole cenno di precederlo, montando. "Torniamo, Haynes." E se in precedenza c'è stato spazio per la bionda, stavolta il tono del papà non ammette repliche: fermo e autoritario, pur se mite e composto. Soltanto quando l'animorph sarà saltata su, il Nith la imiterà, abbracciandola da dietro per governare la cavalcatura, ai cui fianchi giunge un colpetto dalle cosce di lui. Intercetta la precisazione altrui, e nuove rughe compaiono fra gli occhi. "Ma davvero? Capisco." Il nome del nuovo Comandante non gli suggerisce nulla, sulle prime, eppure... tuttavia, è su Valstaf che si concentra, promettendosi intimamente di incontrarlo entro breve. "Lex Draconis, Cavaliere. E buona fortuna" aggiunge levando un angolo delle labbra, prima di far voltare il muso a Felaróf e d'intraprendere il sentiero che li riporterà a casa.

NARESH [Approdo > Fortezza°°FA] Saluta Draugceleb visivamente sconvolto, diverso diciamo, rispetto all'altra volta, e prova a sollevarsi tanto, così tanto ad allungarsi da provare a dargli un bacetto sulla mano. °°Buona notte°° ''AUUU'' farebbe, verso tutti, per poi correre verso casa. [//Uscita]

DRAUGCELEB (approdo)Ascolta le parole dell’uomo osservandolo, non è uno sprovveduto, di questo ne è sicuro, ancor prima che gli desse queste risposte. Il roano in lontananza ancora bruca l’erba ed è tranquillo e placido, vorrebbe di nuovo portarlo al galoppo, chiedergli di correre tutta la notte ma non lo farà, tuttavia lo farà ricondurre in magione mentre lui si legherà col corpo e con l’anima ai meandri della foresta, per pensare o per non farlo, spingendo al massimo tutto il proprio fisico, ogni singola briciola del proprio corpo ed essenza per lo scopo. Ginevra dal canto suo fa più rumore di quanto non ci si aspetti ma si trattiene dal dirlo. Apprezza il gesto della lupetta e rialzandosi lascerà un ultimo saluto di ringraziamento e buona fortuna anche. “Naamarie.” (arrivederci) Poi tornerà nella notte e alla notte lascerà il suo animo.
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