QUAL E' IL PREZZO DEL BEL PIER?

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INES TABUSSO
00sabato 18 febbraio 2006 00:44
L'ESPRESSO
Opinioni del numero 7 del 2006
Il vetro soffiato di Eugenio Scalfari
Qual è il prezzo del bel Pier?

'Se il centrodestra migliorerà un poco il Senato sarà imballato': l'ipotesi di Casini nella corrispondenza 'sottobanco' con Veltroni apre scenari sul dopo elezioni

Si deve al fiuto solerte di un cronista del 'Corriere della Sera' un piccolo ma gustoso scoop: il recupero di un foglietto con due domande e tre risposte scarabocchiate e scambiate rispettivamente tra il sindaco di Roma, Veltroni, e il presidente della Camera, Casini, mentre presiedevano nella sala del Consiglio comunale in Campidoglio una riunione intitolata 'Giorno del ricordo'e dedicata agli uccisi delle 'foibe'.

La riunione (venerdì 10 febbraio) era affollata di parenti delle vittime e rappresentanti delle loro associazioni. Dopo i discorsi introduttivi dei due presidenti la parola era passata ai partecipanti. In quella fase di ascolto Veltroni prende furtivamente un foglietto (così racconta il cronista) e scrive una domanda che passa a Casini: "Come vanno i sondaggi per voi?".

Casini restituisce lo stesso foglietto con la sua risposta: "Per ora siamo tra il 5 e il 6 per cento. Mi sembra decente ma non mi faccio illusioni".

Il foglietto va e viene per un paio di volte. Le ultime righe del sindaco dicono: "È il momento di scelte alte e coraggiose. Ma non mi sembra questo lo spirito dei tempi". Ed ecco la replica di Casini che conclude questa improvvisata corrispondenza sottobanco: "Fino al 9 aprile non può succedere nulla di diverso. Poi vedremo. Perché se il centrodestra migliorerà un poco il Senato sarà imballato".

La storiella del foglietto ha un piccolo seguito che riguarda il cronista. Conclusa la riunione e sfollata la sala, da buon giornalista va alla ricerca di quel (per lui) prezioso pezzo di carta e lo trova, strappato, dietro il banco della presidenza. Ne raccoglie i pezzi e da solerte segugio li ricompone, li decifra, li fotografa e scrive il suo malizioso articolo da 'mielista' ben addestrato. Di per sé il contenuto è abbastanza ovvio e quindi futile, puro scambio di informazioni, se non forse l'ultima frase di Casini: può darsi che il Senato sia imballato, poi vedremo. Vedremo che cosa? Quali sono i progetti futuri di Casini per il dopo-elezioni? Qui vale la pena di riflettere e azzardare qualche ipotesi.

Prima riflessione. Casini dà per persa la partita elettorale. Il suo partito - lo dice lui - sta sul 6 per cento e gli sembra difficile che vada molto oltre quel risultato malgrado il suo molto agitarsi con la barzelletta delle 'tre punte in campo'.

Seconda riflessione. Il solo obiettivo realistico è quindi di arrivare alle elezioni del Senato a un pareggio tra le due coalizioni; risultato per altro che può essere ottenuto soltanto da una rimonta in extremis di Forza Italia.

Terza riflessione. Imballare il Senato significa tuttavia rendere il Paese ingovernabile, con davanti due sole possibilità: un accordo tra le due coalizioni per governare insieme oppure la scomposizione di entrambe e la ricomposizione su nuove basi. La prima strada vedrebbe inevitabilmente un Berlusconi ancora in sella perché sarebbe lui a condurre le trattative; la seconda passerebbe per il suo accantonamento, la liquidazione di Forza Italia, la guida del centrodestra da parte di Fini e Casini cui dovrebbe però corrispondere un altrettanto profondo riassetto del centrosinistra con l'isolamento di Bertinotti e probabilmente l'accantonamento di Prodi.

Una terza via, quella cioè di ripetere le elezioni, non sembra neppure concepibile. Comunque, per capir bene che cosa giri nella testa del bel Pier, va ricordato che questo vero e proprio maremoto politico avverrebbe durante e subito dopo le elezioni dei nuovi presidenti delle Camere, del nuovo presidente della Repubblica, delle elezioni amministrative, delle regionali in Sicilia e - entro giugno - del referendum sulla legge della 'devolution'. Uno tsunami in piena regola al quale, per accrescerne ancor più la mole già di per sé paurosa, bisognerebbe aggiungere il marasma derivante dalla necessità di impostare fin da maggio la legge finanziaria e il documento di programmazione economica sulla base del quale la Commissione europea giudica la politica economica degli Stati membri. Quando verrebbero effettuati questi adempimenti? Da quale governo, composto e presieduto da chi?

È stupefacente che l'ex presidente della Camera speri che una situazione da incubo come questa si verifichi. Poi vedremo, dice lui, con una speranza nel cuore.

Il 9 aprile possono accadere tre cose, alternative tra loro. Vittoria del centrosinistra, vittoria del centrodestra, paralisi politica e istituzionale con il Senato imballato e il Paese ingovernabile e ingovernato. È evidente che la terza ipotesi è di gran lunga la peggiore.

Se Casini la giudica anche lui così, allora dovrebbe augurarsi la vittoria netta di Berlusconi. Oppure quel 'poi vedremo' significa che, se il Senato si imballa, sarà l'Udc e i suoi senatori a trasmigrare nel centrosinistra per 'disimballare' palazzo Madama? C'è un prezzo per tutto. Qual è il prezzo di Casini?

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