Finito il Codice Da Vinci, mi sono tuffata in questo gioiellino.
Come passare dall'inferno al paradiso. Tanto intrigante e intricata (e bellissima) la storia del primo, tanto poetica ed eterea la narrazione del secondo.
Non l'ho ancora finito (manca poco però!) però mi sta piacendo così tanto che non sono riuscita a trattenermi
Delft, XVII secolo, una casa nella zona protestante della città... Griet, la giovane figlia di uno dei decoratori di piastrelle più rinomati di Delft - privato, per un incidente, "degli occhi e del lavoro" - è in cucina quando ode voci decisamente insolite nella casa di un modesto decoratore... voci che suggeriscono "immagini di tappeti preziosi, libri, perle e pellicce". Sull'uscio appaiono improvvisamente due figure: un uomo dagli occhi grigi come il mare e un'espressione ferma sul volto lungo e spigoloso, e una donna - piccoli ricci biondi, sguardo che guizza qua e là nervosamente - che sembra portata dal vento, benché la giornata sia calma. Sono Johannes Vermeer, il celebre pittore, e sua moglie Katharina, gente ricca e influente, proveniente da vicino, dal Quartiere dei Papisti, eppure lontanissima da Griet e dal suo mondo.
Griet ha sedici anni e quel giorno apprende dalla voce della madre il suo destino: andrà a servizio dei Vermeer per otto 'stuiver' al giorno, dovrà fare le pulizie nell'atelier del pittore, e dovrà agire delicatamente, senza spostare né urtare nulla.
Romanzo che ci conduce là dove l'arte è divisa dai fantasmi della passione soltanto da una linea sottile: tra Vermeer e Griet, l'artista e la serva, l'amato e l'amante, l'uomo potente e la giovane donna che non possiede altro che il suo incanto e la sua innocenza, si stabilisce un'intensa relazione fatta di sguardi, sospiri, frasi dette e non dette.
"La ragazza con l'orecchino di perla" ci offre anche alcune delle pagine più felici, nella narrativa contemporanea, sulla dedizione e sul coraggio femminile.
Questa è la "recensione" di Bol.
Per quanto mi riguarda, è uno di quei rari romanzi che riescono a farti capire e sentire la passione che sta dietro l'arte, quel modo diverso di vedere le cose e di percepire il mondo che solo pochi eletti hanno la fortuna di provare.
Il libro ti prende delicatamente per mano e prima ti porta indietro, in un'altra epoca, poi ti ammette, insieme alla protagonista, alla presenza di questo artista che con attenzione maniacale, cambiando e correggendo ogni volta i suoi quadri, cerca di realizzare l'opera che lo renderà immortale.
Non ho visto il film, quindi non saprei dire se la resa è la stessa. Ho però la sensazione che questo sia uno di quei libri che perdono parecchio nella trasposizione cinematografica. C'è troppa immaginazione, troppa poesia per reggere il ritmo del più "realista" dei nostri sensi.
Vi saprò dire le impressioni finali. Ormai manca poco!