Episodio pilota - PATROCLO

Tidus forever
00mercoledì 24 novembre 2004 12:19
I partecipanti a questo primo episodio composto da 12 scenari (uno per partecipante) in rigoroso ordine di intervento (si aspetta il proprio turno per intervenire):

Pescatore = Tidus (che comincia col primo scenario)
Astronauta = Petgirl
Boyscout = Coccolino
Casalinga = Guapix
Vescovo = Redarrow
Regina = Mavalà
Ciclista = Clopat
Barbaro = Pholas
Rockstar = Principenero
Geometra = Nick The Toll
Subacqueo = Foca One
Suora = Ginaone
Pescatore = Tidus (*)

(*)Tidus, SOLO per questa volta, chiuderà alla fine questo primo episodio e non Ginaone (come da regolamento, poichè ultima ad intervenire): così capite bene tutto il meccanismo.

Ricordo le caratteristiche dei personaggi:

FORZA = indica la capacità di usare e interagire con un oggetto o un altro personaggio.
es: sollevare un certo peso, fare a botte con un personaggio .

MENTE = indica la forza mentale, ossia la capacità di non farsi condizionare in una particolare situazione.
es: resistenza ad un incantesimo (siccome il gioco è surreale, può capitare)

INTELLIGENZA = indica la capacità di superare eventuali test attitudinali.
es: facilita la soluzione di rompicapo in un particolare frangente

ROBUSTEZZA = rappresenta i PF, ossia i Punti Ferita. Se nel corso dell'avventura il punteggio è pari a "zero", il personaggio muore.

VELOCITA' = indica la capacità di movimento del personaggio.
es: allontanarsi da una situazione critica, come il fuggire da un cane che insegue

CORAGGIO = indica la capacità di reazione ad una situazione drammatica o imbarazzante.
es: gettarsi da una scogliera, baciare una racchia spaventosa

FATO = rappresenta il destino. Sono punti che si possono "spendere", a discrezione del personaggio, per modificare a proprio vantaggio un evento negativo in positivo. Si utilizzano solo dopo un EVENTO.

Vado a cominciare questo primo episodio: intervenite solo al vostro turno! Petgirl....aspetta che cominci il racconto....

[SM=x520499]
Tidus forever
00mercoledì 24 novembre 2004 15:03
Scenario 1
Novembre 2004. La giornata era terribilmente calda e afosa: colpa dell'ozono. Patrocolo si alzò alle 03:00 per andare a pescare e la prima cosa che disse fu (per coerenza con il clima tropicale): "Che ore o-zono?". Accortosi che era in terribile ritardo, presa canna e borsa da pescatore, si infilò nella sua Renault 5 e si diresse verso Trento: destinazione? Boh! Da quelli parti ci sono dei laghetti mica male e la pesca sarebbe stata garantita. Come tutte le belle intenzioni, non sempre le cose filano liscio: forò per strada e si ritrovò in aperta campagna, quando ormai mancavano soltanto 50 chilometri alla meta.

"Porcazza miseria! &%#§!!!....e adesso che fo?...ma vafffffff!!!..."

Passò di lì un ciclista che gli fece un pernacchione e gli mostrò il dito medio sollevato: "Butta a mare quel catorcio!"

Come non bastasse, un motorizzato, tatuato fino al midollo, di chiare origini teutoniche, gli mollò un ceffone al volo dicendo: "Ci vediamo in cima alla vetta, belìn!"

Erano due compaesani di Patroclo, sempre pronti a sfidarsi: se uno si alzava alle 03:00, l'altro si alzava alle 02:55...e l'altro ancora alle 02:30....L'ultimo che arrivava a destinazione pagava colazione, pranzo, merenda e cena. Una volta, a furia di anticipare l'orario, erano andati a letto alle 21:00 e si erano ritrovati alle 21:05!! Patroclo era stufo di perdere la sfida e più di una volta aveva ipotizzato la teoria della "relatività mista": sarebbe andato a letto alle 21:00 e si sarebbe alzato alle 20:30 dello stesso giorno, andando a ritroso nel tempo! [SM=x520505]

Quando ormai aveva perso ogni speranza di proseguire il viaggio, un passante si accorse di lui e gli disse: "C'hai da accendere?"

Patroclo lo fissò stralunato: "No, grazie. Ho smesso da 5 minuti"

"Che cacchio hai capito? C'hai da accendere i retrorazzi?"

Solo a quel punto si rese conto che il passante era un astronauta spuntato non si sa come dal nulla....

"Dove hai parcheggiato l'astonave?"
"Ma che cacchio stai a dì? Indosso la tuta perchè è provvista di aria condizionata!"
"...e a che ti servono i retrorazzi?"
"A scaldarmi l'ossa che sono troppo intorpidite dall'aria condizionata!"

Dopo queste spiegazioni, l'astronauta riprese la sua camminata lemme lemme....

Dopo un paio d'ore, passate dentro l'auto in panne, passarono di lì un Vescovo ed una Suora, accompagnati da uno stuolo di fedeli di Santa Cecina, ancora oggi poco conosciuta: un boyscout, un geometra, una casalinga, una regina, una rockstar ed un subacqueo.

Vescovo: "Fratello, unisciti a noi nel pellegrinaggio verso Trento...Papete satan!...."
Fedeli: "Papete satan!..."
Patroclo: "Veramente avrei un appuntamento sulla vetta..."
Suora: "Dove vai se la macchina non ce l'hai? Papete satan!"
Fedeli: "Papete satan!"
Patroclo: "Lei è vestito da sub...perchè?"
Subacqueo: "Perchè sò cazzi miei...Patete satan!"
Rockstar: "Giusto...sò cazzi sua!"...Patete satan!"
Vescovo: "Fratelli e sorelle....proseguiamo il nostro viaggio. Se il viandante non ci desidera come sua compagnia....beh...peste lo colga!...Papete satan!....
Fedeli: "Papete satan!"
Patroclo: "...ma vafffffffff..."

Dopo altre due ore si decise. Presa la canna da pesca, gli attrezzi, e si incamminò alla volta di Trento.

Spuntò l'alba quando entrò in un albergo nomato Faischif 'e purpuzzi". Con sua grande sorpresa notò che il ciclista, il barbaro e tutti quelli che aveva incontrato, erano lì presenti....Stava per dire qualcosa, mentre tutti lo osservavano....ma sentì solo "Patete satan!!!"

[SM=x520499]



Petgirl
00mercoledì 24 novembre 2004 18:38
Scenario 2
Aveva un lavoro da fare. Non quello che sognava da bambino, anche se indossava la tuta e viaggiava nello spazio. A soli sette anni aveva già deciso che sarebbe diventato un astronauta, ed era così tanto convinto che crescendo studiò come un pazzo, e si allenò fino a farsi venire un fisico da rocciatore, sapendo che lassù gli sarebbe servito essere anche forte oltre che intelligente. Ma lassù dove?
Un pescatore lercio gli gridava qualcosa da lontano indicando il cielo. Poi alzò gli occhi verso una finestra e vide una casalinga pettoruta, indaffaratissima nelle pulizie di casa. Si ricordò del suo lavoro e mestamente si avviò verso la stazione spaziale.
Salì sul razzo, si chiuse la tuta e attivò i comandi.
- Qui Torre a Monnezza, sei pronto al lancio?
- Sono pronto
Lo chiamavano "er Monnezza" anche nei momenti più seri, e lui sapeva quante ghignate si facevano alle sue spalle. Neanche il responsabile della Torre, il Geometra Snowatch, riusciva a tenersi.
- Qui Snowatch - (risatina) - Monnezza, iniziamo il countdown.
Guardò giù dall'oblò e notò in lontananza un boy-scout che spingeva un ciclista in salita. - Benedetto ragazzo, ecco cosa succede a frequentare le parrocchie - pensò.
- Meno tre, due, uno... Fiiiiiiiiuuuuuuuuuuuuuu!
- Monnezza a Torre, livello razzi accensione regolare, stabilità ascesa regolare, previsti tre minuti al superamento atmosfera terrestre.
L'accelerazione era l'unica cosa che riusciva ancora a dargli un brivido di piacere. Quello era il suo momento dei pensieri più profondi e della fantasia più sfrenata. Ripensò a sua moglie, una volta bella come un fiore di seta, e ora ridotta ad una tarpana senza forme, e la immaginò seduta su un trono come una Regina, sfavillante di bellezza e di oro. Una corte di strani personaggi la adorava: un barbaro venuto dal nord con in dono un teschio d'alce con le corna palmate, una rockstar che le offriva l'intero incasso di una serata sopra un piatto formato vinile d'argento, un subacqueo-sirena con la fiocina di cioccolato e la retina piena di pesci d'oro. La corte degli adoratori finiva con un vescovo ed una suora benedicenti la bellezza della Regina. Ma quest'ultima non aveva occhi che per lui e con un gesto del braccio spazzò via tutti, scese dal trono, si diresse dal suo amato e iniziò a baciarlo appassionatamente...
- Qui Torre, Monnezza, sei in orbita, allora buon lavoro
- Buon lavoro una cippola - pensò l'astronauta, bruscamente risvegliato dalle risatine provenienti dalla Torre. Ma si attivò per fare quello per cui era pagato. Azionò il pulsante d'accensione dell'aspiratore, tirò la leva della retina, e iniziò a ripulire lo spazio dai rifiuti: pezzi di sonde, frammenti di meteoriti, avanzi di vere astronavi, e altro materiale che la sua carretta dell'ASRSI (Agenzia Spaziale Rifiuti Solidi Interstellari) prelevava, come da contratto con la Federazione.
- Almeno incontrassi un alieno... - pensava tra sé e sé il nostro eroe.

[Modificato da Petgirl 24/11/2004 19.19]

coccolino +
00mercoledì 24 novembre 2004 22:04
Scenario 3

Quando si avvicina il Natale succedono le cose più impensabili. Le feste portano generalmente uno sconvolgimento all’interno della tranquillità monotona della vita. C’è chi si sente più buono. C’è chi si sente in dovere di telefonare alla zia che non sente da un anno, c’è chi si fa prendere dal vortice della programmazione istituzionale (Suora e Vescovo per un verso, Regina per un altro), c’è chi parte alla volta di Trento per andare a pescare, buca, ed invece di recitar bestemmie a tutto spiano, ferma un ciclista agnostico e si lancia in un complicato ragionamento sulla nascita dell’uomo e l’esistenza divina.

- Dio c’è! – afferma incazzato il ciclista sfruttando una pausa dell’altro dopo tre ore di sermone – ed è per questo che hai bucato! -

Il pescatore rimane basito ed il ciclista ne approfitta per ripartire al più presto, superando di slancio un astronauta che tenta l’autostop.
- Sono tutti pazzi! – pensa il ciclista prima di schiantarsi contro una colonna di boyscouts.

A volte la vita è strana. Istituzionalmente il boyscout è votato alla buona azione. Sotto Natale, poi, dovrebbe essere particolarmente sensibile nei confronti del prossimo.
Se pensate così evidentemente non siete mai stati investiti da una bicicletta che viaggia ad ottanta all’ora in pieno centro abitato. E poi quello non aveva le cinture allacciate! E poi parlava al cellulare senza casco con le doppie frecce accese che se lo beccano gli tolgono 100 punti SuperBasko e deve pure restituire la pratica zuppiera di vera finta ceramica!

E’ una strage di boyscouts. Ne rimane in vita solo uno, ma non sarà più quello di prima.

A questo punto l’osservatore disattento, se guardasse da lontano come il Geometra Snowatch, penserebbe di scorgere il boyscout che spinge in salita il ciclista.
Ma provate a zoommare e guardate con più attenzione: come mai il ciclista è legato alla bicicletta? Come mai il fazzolettone del boyscout imbavaglia la bocca del ciclista? Come mai il boyscout si è strappato tutti i distintivi e si è disegnato sul petto una croce rovesciata? E soprattutto… cosa vi dice quel ghigno satanico che sfigura il volto di quello che una volta era un boyscout?

- Faischif 'e purpuzzi, che nome idiota! – pensa il ciclista mentre viene condotto dentro un rinomato albergo ad ore di Trento.
E dentro un albergo ad ore nessuno fa domande inopportune. In considerazione di ciò questi posti vengono frequentati dai personaggi più strani, dai tipi più biechi e dalle compagnie più losche.
Una suora ed un vescovo (chiaramente lì per un incontro che nulla ha del sacro), una sexy casalinga col ferro da stiro ancora in pugno, un barbaro urlante con un segno di ferro da stiro sulla schiena, una rockstar di quelli tipo Manuele Pepe (e ho detto tutto), un subacqueo (con la fiocina di cioccolato fondente Lindt), che si dichiara immediatamente neutrale.

Vi sembra una compagnia da poco? Allora aspettate perché nel frattempo devono ancora succedere le seguenti cose:
- deve ancora giungere il Geometra Snowatch che ha delle storiacce con la figlia del padrone dell’albergo;
- deve ancora piombare l’astronauta attraverso il tetto dell’albergo (coordinate di lancio palesemente errate: la colpa è del Millenium Bug che colpisce con ritardo di quattro anni e di un errore di impostazione della calcolatrice di Windows, che se scrivete l’espressione 6 per 2 diviso radice cubica di 7 e trasformate in radianti ottenete la frase “Bill Gates è gay e ti possiede sessualmente oltre che mentalmente”);
- deve ancora irrompere nell’albergo una regina bellissima e cattivissima, di quelle che manco Walt Disney avrebbe mai potuto immaginare. Parla una strana lingua del profondo nord, ti stordisce con una pozione magica a base di brand di scorpione e marketing mix con spolverata di target. Ma soprattutto, orrore degli orrori, è MILANISTA!!!

E’ questo quel che vede l’amico pescatore quando giunge nell’albergo allo spuntare dell’alba.
Sta per dire qualcosa, mentre tutti lo osservano....ma sente solo "Patete satan!!!"
Guapix
00giovedì 25 novembre 2004 10:45
Scenario 4
La casalinga che poi era anche la proprietaria dell'albergo e cucinava personalmente le pietanze, nell'aprossimarsi del Natale aveva preparato un bel presepe nella hall e tormentava tutti i clienti con la seguente domanda:"Te piace 'o presepe?" e se qualcuno osava rispondere no a pranzo era costretto a mangiare rane per primo , rane per secondo e rane per contorno [SM=x520514]
Al ciclista che poi era il figlio della casalinga e al quale non piaceva il presepe veniva fatto un trattamento di riguardo: "Nennì a mammà cu sta bicicletta te stanche troppo assaje, viene ccà ca mammà te pripare nu bellu zuppone".
Nel bel mezzo della gustosa scenetta familiare, arrivò un'orda di turisti affamati tra i quali un vescovo e una suora che gridano a squarciagola:" Patete satan, patete satan" ma quale patete e satan esclama la casalinga, il menù del giorno comprende patane scaurate, a proposito ve piace ' o presepe?i clienti gridarono tutti :" Nooooooooo" e allora per pranzo patane scaurate con rane scaurate nell'aceto, tièèèèè!!

[Modificato da Guapix 25/11/2004 11.05]

New Redarrow
00giovedì 25 novembre 2004 18:57
Scenario 5
“Rane embragade”: tutti sapevano che questa era la specialità trentina del "Faischif 'e pur puzzi", ma speravano ardentemente di riuscire ad evitarle.
Chi con una scusa, chi con un’altra, dunque, gli ospiti dell’albergo riuscirono ad evitare il pranzo, tranne il ciclista, figlio della casalinga, che si dovette ingurgitare una dose tanto massiccia da provocargli degli incubi notturni in cui vedeva la rockstar che cantava “ogni girino è bello ‘a mamma sua”.[SM=x520511]
Il pescatore Patroclo si informò da quale parte fosse il fiume Adige ed uscì in quella direzione per dedicarsi al suo hobby preferito, inseguito dal subacqueo che voleva provare la tenuta della sua nuova tuta, anche perché era stanco di provarla nella vasca da bagno dell’albergo.
E a proposito di tuta, anche l’astronauta disse di voler provare il suo nuovo modello ultra resistente: si sarebbe lanciato dal Doss Trento senza paracadute, riuscendo a fermarsi prima di schiantarsi grazie ad un nuovo progetto del geometra Snowatch, che lo seguì per assistere alla prova.
“La tuta, che indumento poco elegante” pensò la regina, indecisa se indossare una gonna rossa con bolero nero oppure una gonna nera con golfino rosso, in omaggio alla sua fede calcistica.
Alla fine prese le prima cose che trovò infilando le mani nella valigia ed uscì con un elegante completino giallo-blu che la faceva molto tifosa del Trento e si diresse verso lo stadio.
“Ma come” tuonò il vescovo Mc Perphid nei confronti della povera suor Adalgisa: “siamo nella città del Concilio e tu non vuoi essere conciliante? Bada a te, andiamo immediatamente a visitare la Chiesa di Santa Maria Maggiore, eretta proprio a questo scopo.” ed anche loro uscirono.
“L’ultimo che rimane lava i piatti” esclamò minacciosa la casalinga ed il povero boyscout, rimasto ormai solo nell’albergo, dovette rassegnarsi. Ma gli andò anche bene, perché l’unico ad aver mangiato era stato il ciclista e quindi ci mise davvero poco. Appena finito fece per avviarsi verso l’uscio, ma non fu così semplice eludere la guardia della donna, che lo spedì in cucina a pelare patate per la cena. Se i suoi ospiti avevano saltato il pranzo, certamente sarebbero rientrati affamati.
Andò così nella hall ed accese il pc per cercare una ricetta sfiziosa per la cena.
Dalla cucina si sentiva il boyscout che cantava “Oye como va” e ogni tanto gridava “Pappete i Santana”.
Tutti rientrarono prima delle 19:00.









mavala'
00venerdì 26 novembre 2004 16:01
Scenario 6
Un pomeriggio buttato alle ortiche! Questo pensava la Regina rientrando al Faischif'e Purpuzzi intorno alle 19:00. E continuava a rimproverarsi che, in fondo, era solo colpa sua se era andata a finire così. Se l’era proprio voluta. Come poteva pensare di ottenere quello per cui stava lottando da mesi se aveva deciso di presentarsi all’appuntamento vestita come la hostess di una compagnia aerea low cost (“Giallo e blu??? Ma dove avevo la testa?”, continuava a borbottare)?

Comunque, era andata. L’appuntamento allo stadio si era rivelato inutile. Il Geometra Snowatch aveva dichiarato che non avrebbe mai acconsentito ad avallare il suo progetto di riqualificazione totale del Faischif'e Purpuzzi e della sua trasformazione in una comunità di recupero per ex direttori marketing stressati.

“Ma proprio una storia con la figlia del padrone doveva avere?” borbottava la Regina mentre ripensava alle parole del Geometra che le annunciava rapito che il Faischif'e Purpuzzi non sarebbe cambiato mai perché altrimenti alla sua adorata fidanzata sarebbe scoppiato il cuore.

Mah! Certo che la vita è strana… “Eccoli lì. – pensava la regina - La padrona/casalinga modello con i suoi presepi e suo figlio, il ciclista…come possono questi due esserini bloccare un progetto così rivoluzionario? E’ un po’ come se un parigino qualsiasi avesse impedito ad Eiffel di costruire la sua torre perché, incidentalmente, passava sopra suo orto biologico…"

"Ma…un momento! La padrona e suo FIGLIO??? E la figlia, la fidanzata di Snowatch dov’è?”

Improvvisamente, la Regina si rese conto che non un'anima viva aveva mai visto o sentito parlare della figlia del padrone. Occorreva indagare!
Cercando di vincere un po’ la repulsione che provocava in lei l’abbigliamento del suo interlocutore (“una tuta… u’mi Signur!”), la Regina si avvicinò così all’Astronauta che, come lei, aveva passato del tempo con il geometra quel pomeriggio. Chissà, forse, avrebbe potuto avere qualche indizio in più da passarle.
Fu un buco nel'acqua… Le informazioni coincidevano esattamente con quelle già in suo possesso.

“I casi a questo punto sono due – mormorava tra sé e sé la Regina, che aveva il brutto vizio di parlare da sola – o il Geometra è gay e ha una relazione con il figlio/Ciclista oppure… da qualche parte deve esserci una figlia segreta…”.

La Regina provò a passare mentalmente in rassegna tutti gli ospiti del Faischif'e Purpuzzi ma, per una strana combinazione, si rese conto che erano tutti di sesso maschile a parte lei stessa e… la Suora…

Possibile???

Urgeva un confronto diretto! Sfortunatamente però, non c’era ancora nessuno in albergo, a parte un Boyscout con uno sguardo un tantino allucinato e con bucce di patate che gli uscivano da ogni dove, e… il Ciclista che se ne stava in un angolo sorseggiando languidamente un Diger Selz.

La Regina decise di tagliare la testa al toro e di andare a parlare direttamente con lui! La posta in gioco era troppo alta per lei. In un caso o nell’altro, con le buone o con le cattive, il Ciclista avrebbe dovuto darle qualche risposta!
clopat
00domenica 28 novembre 2004 10:52
Scenario 7
Il ciclista stava bevendo un Diger Selz(le patane e gli zupponi di Mamma' erano stati un po' indigesti),quando la Regina si avvicino',cercando risposte ai misteri dell'albergo.

Giocando la carta della seduzione,con voce suadente gli sussurro' :"Hai d'accendere?"Il nostro ciclista,un po' intimidito ma, forse anche un po' eccitato da cotanta visione,farfuglio' qualcosa d'incomprensibile e fuggi' a rifugiarsi tra le braccia di Mamma':"Che t'hanno fatto,bell'e' Mamma'?"(la signora,pur di origini partenopee,essendo ormai da tempo al Nord,aveva ben appreso la lingua del posto).

E senza aspettare la risposta,fece entrare il figlio in una camera e la chiuse a chiave.Intanto scendeva la sera, nell'albergo tutti si erano ritirati nelle loro camere,anche perche' l'unica televisione era sintonizzata su un famoso programma di Maria Filippa,"C'e' un pianto per voi",solo il barbaro era ancora intento a riordinare la sua collezione di clave,l'ultima delle quali era stata importata dal Giappone (pezzo ultrararo e autografato!).

La Regina, nell'ombra,si avvicinava alla stanza,dove era stato rinchiuso il ciclista e accosto' l'orecchio:all'interno ,oltre alla voce del nostro giovane pedalatore,s'udiva una voce femminile,che fosse quella della fantomatica figlia della padrona dell'albergo?

Dal buco della serratura non si vedeva nulla,per cui,la Regina,si mise ad aspettare,che uscisse qualcuno dalla camera.

Purtroppo,vinta dal sonno,si addormento' e si risveglio' all'alba:la camera era aperta e all'interno non c'era piu' nessuno,intanto ,al piano di sotto era giunto,accolto ,con urla e applausi una ben nota rockstar.

[Modificato da Vicolo Stretto 20/12/2004 10.56]

pholas
00domenica 28 novembre 2004 20:12
Scenario 8

Due sono soprattutto le cose che un barbaro odia: i ciclisti finocchi e le clave costisissime che arrivano dal giappone che risultano poi rivelarsi tarocche. Se poi consideriamo che la dritta per l'acquisizione della clava veniva proprio dal ciclista gay locato nello stesso albergo potete immaginare lo sconquasso imminente.
E' il momento di passare in rassegna tutta la collezione di clave e di trovare quella più nodosa per punire il ciclista come conviene a un barbaro. Scartata a priori la ciofeca giapponese, rivelatasi di plastica e autografata in realtà da un cinese emerito sconosciuto di nome Tin-Cul-Hai, il barbaro decide per un solido manufatto in noce massello ed esce alla ricerca del ciclista per la definitiva resa dei conti; mancando però totalmente di senso d'orientamento s'infogna nelle cucine dell'albergo dove incoccia nel boyscout indaffaratissimo a trovare un sostituto; cogliendo nel barbaro un'espressione facciale che definire stupida è usare un eufemismo, cerca subito di approfittare di lui blandendolo con un'esibizione a cappella: "ba..ba..ba..barbaro piccino con le cla..cla..clavi taroccate, vieni qui a pelar patateeeeeee"; non aveva ancora finito l'inciso che una mazzuolata tremenda lo tramortisce al suolo;"questa clava funziona davvero bene" esclama soddisfatto il barbaro uscendo dalle cucine non prima di avere scoperto che, nascosto nell'impugnatura del coltello usato dal boyscout c'è un biglietto con scritto sopra in rosso sangue la seguente dicitura misteriosissima:"PATATE SANE".
Salito di un piano una folla rumorosa impediva il passaggio; il barbaro comincia a perdere la pazienza " ma che succede? che è 'sto casino?" facendosi largo tra la folla intravede la rockstar intenta a firmare autografi sull'ultima sua fatica in cd , l'omonima colonna sonora del film " Attila flagello di dio". Attila??? come osa 'sto demente immortalare su cd un
barbaro mio nemico? Tra il dire e il fare sta in mezzo....una clava da usare! Con uno zompo atletico il barbaro raggiunge il palco e da li a mazzuolare la rockstar è solo questione di
secondi. Nella penna usata dalla rockstar esce tutto arrotolato un bigliettino che si apre cadendo al suolo, sopra c'è scritto:"PAPPATI SANTANA". Dove l'aveva già visto?
Improvvisamente, senza alcun preavviso gli si para davanti la regina in tutto il suo splendore; era si un po' assonnata per la dormita precedente ma la vista di un barbaro così temerario e deciso la fece ringalluzzire tutta.Purtroppo per lei le uscì dalla bocca solamente un acutissimo "chicchirichiiiiiiiiiiiiii!!!" che si sfracella sui sviluppati padiglioni auricolari del barbaro. Nemmeno la regina si salva dalla furia devastatrice e la solenne mazzata la colpisce proprio sul collo facendo cadere dalle pieghe della vestaglia un biglietto con scritto:"PAP PAP SATANASS" termine dialettale per "forza diavoli" che più tardi si scoprirà essere il titolo del nuovo inno del milan.
Ma dove cavolo si è cacciato il ciclista?? sotto le gonne della madre?? tra le grinfie del geometra?? poco più in la , ma lontano dalla vista del barbaro, in un confessionale di fortuna il vescovo sta intrattenendo il ciclista che esosrdisce..."perdonatemi padre perchè ho peccato""che cosa hai fatto figliolo? opere licenziose con la regina?""no padre ma che dice...""sacrilegio!! forse pensieri peccaminosi con il geometra?" "ma no padre...""e allora insomma che hai fatto""beh ecco io ho intascato una provvigione da un cinese per aver agevolato la vendita di una clava taroccata...""ahhhhhh!!!! beh ti assolvo figliolo; come punizione dovrai scrivere su un foglio di carta 100 volte la seguente frase:"PAPA TE SALUTA"
Nick the Toll
00sabato 11 dicembre 2004 10:19
Scenario 9
Roba da pazzi! Fingersi un devoto di Santa Cecina; fingersi contento di fare tutta quella strada a piedi; fingersi felice di conoscere tutta quella gente, che vigliacca se ce n'era uno normale; e alla fine, arrivare in albergo e rendersi conto che Clelia gli aveva tirato il bidone anche stavolta!

Che Clelia fosse un tipo strano, non c'erano dubbi. L'aveva conosciuta in comune, un pomeriggio d'estate. Il padrone dell'albergo era stato da Snowatch per presentare una DIA, roba da nulla, e con lui c'era sua figlia. La ragazza non disse una parola, ma i suoi profondi occhi neri incrociarono quelli del geometra più di una volta. E lui non si era fatto pregare: quell'intervento richiesto dall'albergatore non era un problema, per carità, ma forse era meglio un sopralluogo, così, per togliere ogni dubbio, sapete com'è.

E il giorno dopo, puntuale come un geometra, Snowatch si era presentato in albergo. Eseguito il "sopralluogo", cioè data un'occhiata veloce alla pensilina che l'albergatore voleva recintare, sentenziò che non c'erano problemi, che i lavori potevano iniziare. "Geometra, si fermi qualche minuto con noi. Clelia, portaci due caffè". Quasi subito l'albergatore si era allontanato, e Snowatch si era fermato a fare due chiacchiere con la ragazza. Non che lei fosse granché loquace: ma il geometra era riuscito a invitarla a fare un giro in città per il sabato successivo. Lei aveva risposto che sì, forse si poteva fare. Doveva solo trovare il modo di seminare un certo Patroclo, un pescatore di quelle parti, che le faceva il filo (uno strano filo: di nylon rossonero) e che lei non sopportava.

Ma quel sabato Clelia non si presentò. Più tardi, al telefono, gli chiese scusa: proprio non aveva potuto. Gli suggerì di farsi vedere in albergo di lì a qualche giorno: c'era un po' di gente strana che sarebbe arrivata da quelle parti, lui poteva fingersi uno del gruppo, qualcosa sarebbe successo...

Ah, Clelia! Snowatch si guardava intorno, chiedendosi dove fosse finita!
focaone
00venerdì 17 dicembre 2004 14:00
Scenario 10

Quella sera il subacqueo rientrò tardi perchè era stato tutto il giorno in giro tra gli isolotti dell 'Adige a pescare trote e cozze. Addirittura guadando il fiume si trovo a tu per tu con un Baluba che si dimostrò subito molto servile tanto che divenne suo schiavo personale.Il Baluba non aveva un nome e allora il subacqueo ci pensò su un po' e, siccome era venerdì , lo chiamò Sabato.
Il subacqueo e Sabato pescarono moltissimo quel giorno e decisero così che la sera avrebbero offerto a tutti i clienti del "Faischif e purpuzzi" una bella impepata di cozze con crauti e speck.
Entrando nella hall dell'albergo incontrarono uno strano tizio, aveva una ruota di bicicletta al collo e uno sguardo leggermente effemminato. Il subacqueo pensò:"A questo poveraccio deve essere successo qualcosa di brutto, ma di brutto brutto brutto." Fu allora che decise che prima di mangiare l'impepata di cozze con crauti e speck era meglio andare a cambiarsi. Infatti si tolse la tuta in neoprene da 8 mm e si mise la tuta da sera in neoprene da 5 mm senza conchigliasalvapalle.
Quando entrò nella sala da pranzo si accorse che la sua eleganza non passava certo inosservata e si mise a tavola con nonchallance. Anche Sabato si era vestito bene, aveva tolto la foglia di fico e si era messo una sfavillante foglia di banano nuova di zecca.
Così agghindati i due cominciarono ad abbuffarsi di cozze e crauti fino a che entrò nella sala una suora (Sourdaliso) che disse: "Presto, presto, dovete tutti ......."

[Modificato da focaone 17/12/2004 15.47]

ginaone
00lunedì 20 dicembre 2004 09:50
Scenario 11
giungere le mani e ringraziare Nostro Signore, per il cibo che ci offre...".
Guardali lì....che massa di pecoroni....bene bene, non poteva capitarmi compagnia migliore per mettere in atto, con tutta tranquillità il mio piano.
Finalmente il momento che ho aspettato per tanto tempo era arrivato. La mia vendetta sarà implacabile.
Mi avviai verso il tavolo a me destinato e mi sedetti aspettando l'arrivo di quel pazzo del Vescovo che avrebbe fatto una delle sue solite entrate pontificando con il suo logorroico "Papete Satani!!!" Che palle ragazzi....
Non mi sembrava vero....da lì a poco avrei preso finalmente la mia tanto sospirata rivalsa, sulla vita e...su quella megera dell'albergatrice!!!! Già...l'albergatrice....fu lei ad abbandonarmi 33 anni fa davanti al portone di quel convento, in una gelida notte di inverno. Così le suore mi trovarono al mattino e da lì in poi quella sarebbe diventata la mia galera.
Essere scelta per accompagnare quello sclerato del Vescovo in questo viaggio, mi costò mesi e mesi di durissimo lavoro, preghiere ad oltranza, astinenza da cibo e decine e decine di veglie notturne, ma ne è valsa la pena. Quando seppi la destinazione, giurai a me stessa che avrei fatto di tutto per essere scelta. Tutta fatica sprecata...quando mi mandò a chiamare, la madre superiora mi disse che aveva già scelto me per affiancare il Vescovo, poichè riteneva che avevo bisogno di una "raddrizzata" visto che mi considerava una suora un pò ribelle.
Va bèh, sia come sia, ora ero qui....ed il giorno che me ne andrò, avrò lo scalpo della padrona in mano!!!
Quando, tanti tanti anni addietro, sentii per caso una conversazione tra la Madre Superiora ed un'altra suora, scoprii che ad abbandonarmi fu una giovane ragazza che nella culla lasciò solo un biglietto che diceva "non posso", e firmato solo con il nome. Seppi così il nome di battesimo di mia madre e da lì iniziai una ricerca macchiavellica negli archivi della biblioteca, documenti conosciuti e sconosciuti, scovati in sotterranei nascosti e polverosi, in compagnia di topi ed insetti di ogni genere. Bla, se ci penso rabbrividisco ancora....
Poi un giorno conobbi quell'astronauta che venne in chiesa per i vari preparativi del suo primo matrimonio che avrebbe celebrato il parroco del nostro paesello, matrimonio che naufragò pochi mesi dopo. Lo agganciai con astuzia perchè ero sicura che con il suo lavoro ed essendo in gamba con i computer, poteva accedere ad ogni tipo di archivio esistente su questa terra .... e non mi sbagliai. Non gli dissi che era per vendetta, ma solo per sapere chi fosse la mia vera cara mamma, dopo una vita vissuta fra sofferenze e privazioni. Le mie false lacrime e la mia disperazione lo convinsero ed in breve mi portò tutte le notizie preziose che aspettavo. Non sospettò mai di nulla.....che allocco!!
Entrò nella sala la padrona....eccola lì....perchè, perchè non mi hai voluto???? Non hai voluto me, ma hai tenuto quel mezzo debosciato del mio fratellastro che per di più era pure una maledetta verdura!!!!!!!!!!!!
La pagherai dunque e nel caso qualcosa fosse andato storto, avevo nella valigia due Kili di tritolo, così a mali estremi, avrei fatto saltare per aria tutta la baracca!!!
Vedrai cara mammina......da quel preciso istante il mio progetto metteva il suo primo mattone..................

[Modificato da Vicolo Stretto 20/12/2004 10.56]

principenero717
00mercoledì 5 gennaio 2005 14:14
Scenario 12
Johnny Steel era particolarmente euforico quel giorno, la sua Ballad era al primo posto delle classifiche internazionali ed era stata scelta come brano top della colonna sonora del film Horror campione d’incassi “ il ritorno dei coniugi Costanzo”.
Cantante discreto ma fine intenditore di mode passeggere Steel era diventato in breve tempo un’osannata Rockstar.
Il periodo però era stato particolarmente stressante, a causa di interviste, servizi fotografici, apparizioni televisive, era ora di “staccare la spina”.
Poche settimane prima un grande esperto musicale e collaboratore di un Forum in forte crescita era riuscito a strappare a Johnny una lunga intervista ed era riuscito nell’impresa di invitarlo nella sua Trento in occasione di importanti mercatini estivi.
Johnny Steel accettò e dato che non era mai stato in Italia decise di fare una tappa a Trento e recarsi successivamente nella stupenda Venezia.
Durante il lungo viaggio in aereo riuscì anche a dormire un sonno profondo e si risvegliò affmato ed assetato.
All’aereoporto, ad attenderlo c’era solo il titolare dell’agenzia alla quale la Rockstar si era rivolto per noleggiare un’automobile.
Nessun giornalista e nessuna autorità stavolta, il viaggio era top secret per tutti,
John salì in macchina dopo essersi fatto spiegare a grandi linee la strada per Trento.
Accese la radio che quel giorno trasmetteva tristi notizie riguardanti un incidente che aveva coinvolto un gruppo di scout.
“che destino assurdo”pensò tra sé e sé, cambiò canale e partì la sua hit “I hate Costantino e Alessandra”.
Decise di fermarsi e riposare un po’, Trento era ormai a due passi, fermò la macchina e lesse l’isegna dell’ albergo “faischif e pur puzzi “, chissà che significava.
L’edificio non era dei migliori, usurato dal tempo ma la cosa che lo colpì maggiormente fu la vista di due strani personaggi.
Un Subacqueo stava parlando allegramente con un astronauta, davanti alla porta del ristorante, nulla di strano se non il fatto che entrambi indossassero le relative tute.
“,Boh si vede che stanno girando un film, sono strani ‘sti italiani” (John pensa e parla in inglese, per comodità e perché il mio inglese non è eccelso traduco al volo [SM=x520505] )
Chiuse la portiera della macchina e si incamminò in direzione della porta, i due con tuta lo guardarono stranamente.
“Che azz hanno da guardare me, si guardino loro, sono conciati da far ridere”, pensò Johnny tra se e se ricambiando un gelido sguardo.
Entrò nel locale e si accorse che i due di fuori non erano nulla a confronto a ciò che lo aspettava dentro, nella sua vita non aveva mai visto tutti assieme personaggi tanto strani.
Un tizio vestito da Conan, con tanto di clava, un prete con sguardi inequivocabili indirizzati ad una bella suora, a sua volta intenta a fissare con odio una donna che in quel preciso momento dava le spalle alla Rockstar.
Un tizio era appoggiato al bancone con sguardo annoiato, una canna da pesca con attaccato un povero pesciolino di 3 cm ed una nidiata di gatti li in zona pronti a dividersi l’ambita preda.
Una signora dallo sguardo imbronciato era dietro al bancone intenta a pulire i bicchieri e, per finire notò un ciclista estremamente effeminato che lo fissava con sguardo sognante.
“Azz no, questo è troppo !!! meglio andare via e anche in fretta” stava per girarsi ed in quel mentre la donna che fino ad allora era di spalle si voltò lentamente.
I loro occhi si incrociarono e john decise che sarebbe restato.
La Donna, nobile nel portamento si avvicinò a lui ed esclamò “ non è possibile, Johnny Steel !!!!”
Prese al volo un foglio ed una penna e si diresse verso la rockstar per chiedere un autografo.
Johnny, di fronte a tanta bellezza rimase completamente spiazzato ed iniziò ad avvertire un evidente accelerazione del battito cardiaco.
Notò però due cose ben evidente, il Barbaro stava guardando lui con odio, mentre la suora con altrettanto odio stava guardando quella che scoprirà poi essere sua madre, l'albergatrice.
“facciamo due conti, il barbaro deve essere il marito od il compagno della donna, la suora è arrabbiata per qualche motivo che ignoro ed il ciclista se continua a fissarmi così gli tiro un centrone sul naso !”
si sedettero a parlare del più e del meno, e dopo continue insistenze di lei decise di salire sul palco e dedicarle uno dei suoi brani più famosi, la romantica ballad scritta per lui in italiano da un noto paroliere “ denuncio io Al Bano per plagio se no va a finire come con Michael Jackson”
Salì sul palco tra gli applausi della strana congrega presente ed iniziò a cantare sopra una base pre-registrata.
Quello che successe subito dopo accadde talmente velocemente da spiazzare la rockstar.
Il Barbaro fino allora tranquillo corse verso il palco ed assestò una tremenda clavata in testa alla Rockstar.
Il buio lo avvolse.
Si svegliò con un terribile mal di testa in una stanza male illuminata ed ancor peggio arredata.
Di fianco a lui, a reggere la mano c’era il ciclista !!!
Johnny cercò di alzarsi e scappare ma il mal di testa ebbe la meglio, ricadde sul letto e sentì distintamente un grido terribile di una donna.

[Modificato da principenero717 05/01/2005 17.12]

Tidus forever
00mercoledì 5 gennaio 2005 17:55
Scenario 13 - conclude l'episodio e prelude alla SFIDA
L'albergatrice era in pericolo! Accadde tutto all'improvviso. La suora Adalgisa aveva sistemato la valigia di tritolo sotto la poltrona della proprietaria dell'albergo, di notte, mentre tutti dormivano. Adalgisa era dotata di un radiocomando ed aspettava nella sua camera il momento adatto per farla esplodere: "perchè....perchè non mi hai voluto????", continuava a ripetersi. Era solo questione di minuti. Prima o poi si sarebbe seduta sulla sua strameledetta poltrona, con le sue natiche debordanti. "Dannata scoreggiona!!", ripeteva, "hai finito di tarlare il cuscino con quella specie di fiamma ossidrica che ti ritrovi!!".
Mentre si trastullava al pensiero della vendetta, il geometra Snowatch si diresse verso la camera dell'astronauta Monnezza. Da vecchi amici, non potevano ignorarsi; soprattutto c'era una questione che andava chiarita: la Regina, pur essendo la ex moglie di Monnezza, aspettava da tempo il divorzio che non arrivava mai. Non che a Snowatch importasse granchè, visto che le sue attenzioni erano tutte per Clelia, la figlia della proprietaria dell'albergo, Eulelia; a lui premevano i soldi che spettavano a Ofelia, la Regina, per iniziare i lavori di ristrutturazione del locale.
Bussò alla porta: "Toc..toc..."
Monnezza: "Avanti...sono al cesso ma fa lo stesso..."
Snowatch: "Senti un pò...è da una settimana che ti inseguo per mari e monti. Non puoi continuare a sfuggirmi: se Ofelia non avrà i suoi soldi, sono fregato! I lavori non andranno avanti e quel bastardo di un usuraio subacqueo, Gaspare, mi presenta sempre il conto: o lo pago o mi fa un mazzo così!! La presenza di Sabato, il suo guardiaspalle, è una garanzia!!!"
Monnezza: "Sembra una filastrocca: Clelia, Eulelia, Ofelia...sempre 'stò "elia"....gente normale no, eh?"
Snowatch: "Non cambiamo discorso!"
Monnezza: "Nello spazio non c'era il cesso e gli stronzi sono finiti forse su Marte. Ci credo che hanno trovato batteri! Fammi tirare l'acqua, và......ma...eccheccazz....e questo chi è???..."
Gaspare: "Sposti le chiappe per favore....grazie. Sono Gaspare, il sub, e spunto dal water per ricordare a Snowatch che ora mi deve 100.000 franchi svizzeri. Bene...vi saluto....full immersion....tiri l'acqua per favore....favorisce l'immersione...."

Mentre Snowatch e Monnezza era intenti a sbrigare le loro faccende personali, il boyscout Cirillo era andato a confessarsi da Mc Perphid: non tanto una penitenza, quanto il desiderio di confidarsi con una persona che mantenesse il segreto.

Cirillo: "Padre, saprebbe tenere un segreto?"
Mc Perphid: "Per la barba del profeta! E' una confessione?"
Cirillo: "Ho visto il pescatore, Patroclo, andare da Clelia e fare il cascamorto"
Mc Perphid: "E' la sua ragazza?"
Cirillo: "No...lo fa con tutte....anche con la signora Ofelia.."
Mc Perphid: "Eccheccazzo!!!"
Cirillo: "Scusi???...."
Mc Perphid: "No, figliolo...dicevo...eccheppazzo!!!"
Cirillo: "Poi il ciclista...ho visto che adocchiava John Steel...e pure il Kranich, il barbaro..."
Mc Perphid: "Porca puttanaccia vile e boia!!"
Cirillo: "Ehhhhhh??? ...ma Eminenza...[SM=x520504] "
Mc Perphid: "Senti bello...sono un investigatore privato in incognito. Tu raccontami quello che sai e tienimi informato. Se solo spifferi qualcosa.....Papete Satan! ....mi sono spiegato?"
E Mc Perphid se ne andò in camera, sbuffando, lasciando Cirillo nel salone.
Fu in quel momento che Eulelia, la padrona dell'albergo, posò le sue natiche sulla poltrona. In una camera, una suora premeva il bottone. Il botto fece partire Eulelia come un proiettile verso il primo piano, facendola atterrare dentro il cesso di Monnezza, a testa in giù. La carica di tritolo era minima, per cui i danni furono tutti concentrati in un metro quadro. Il grande lampadario oscillava terribilmente e stava per precipitare su Cirillo. Chi l'avrebe scampata?

FINE DELL'EPISODIO


In qualità di ultimo narratore, chiamo alla SFIDA Carola (Eulelia), e Cirillo: la prima per stabilire i suoi danni, l'altro per vedere se riesce a sfuggire al lampadario.

Vado ad allestire la sfida.

[SM=x520499]

[Modificato da Tidus forever 06/01/2005 15.02]

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