BOFFO, OSSERVATORE ROMANO: SU AVVENIRE EDITORIALI ESAGERATI

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Pilbur
00lunedì 31 agosto 2009 12:42
[POL-IT]BOFFO, OSSERVATORE ROMANO: SU AVVENIRE EDITORIALI ESAGERATI
ROMA - "E' vero, sulle vicende private di Silvio Berlusconi non abbiamo scritto una riga. Ed è una scelta che rivendico, perché ha ottime ragioni". Gian Maria Vian, direttore dell'Osservatore romano, prende le distanze da un giornalismo che "pare diventato - osserva in un colloquio pubblicato dal Corriere della sera - la prosecuzione della lotta politica con altri mezzi. Segno che la politica, in tutti i suoi schieramenti, è piuttosto debole. Infatti da alcuni mesi la contesa tra partiti - spiega - sembra svolgersi soprattutto sui giornali, che hanno assunto un ruolo non soltanto informativo, come mostrano anche le vicende degli ultimi giorni". Sulla solidarietà a Dino Boffo non si discute, ma Vian esprime qualche perplessità sulle scelte di Avvenire: "Non si è forse rivelato imprudente ed esagerato - chiede - paragonare il naufragio degli eritrei alla Shoah, come ha suggerito un editorialista del quotidiano cattolico?". E "come dar torto al ministro degli Esteri italiano - insiste il direttore dell'Osservatore romano - quando ricorda che il suo governo è quello che ha soccorso più immigrati, mentre altri, penso per esempio a quello spagnolo, proprio sugli immigrati usano di norma una mano molto più dura? Mi sembra davvero un caso clamoroso, nei media, di due pesi e di due misure". Peraltro, assicura Vian, i rapporti tra Italia e Santa Sede "sono buoni. Berlusconi è stato il primo a chiarire che non sarebbe andato a Viterbo per la prossima visita del Papa quando ha capito che la sua presenza avrebbe causato strumentalizzazioni". E l'incontro all'Aquila "é saltato per non alimentare le polemiche", ma "si è trattato di un gesto concordato, di responsabilità istituzionale da entrambe le parti. Tanto più che i rapporti tra le due sponde del Tevere - insiste Vian - sono eccellenti, come più volte è stato confermato". Insomma, "nelle relazioni tra Repubblica italiana e Santa Sede non cambia nulla".

Da Ansa

Che scherzi da preti... [SM=x751605]
princepsoptimus
00lunedì 31 agosto 2009 13:50
l'osservatore ha già incassato l'assegno...
Lux-86
00lunedì 31 agosto 2009 15:14
più che altro, a quanto pare, Avvenire e Osservatore fanno riferimento a due "correnti" diverse che hanno visioni opposte sul come trattare la vicenda. Poi, insomma, stiamo parlando del Vaticano, con i puttanieri e le puttane ci vanno a nozze.
=Mimmoxl=
00lunedì 31 agosto 2009 21:03
Re:
princepsoptimus, 31/08/2009 13.50:

l'osservatore ha già incassato l'assegno...



Oppure sono anche partiti gli accordi sottobanco riguardanti la Ru-486?


daetil
00martedì 1 settembre 2009 09:42
Re: Re:
=Mimmoxl=, 31/08/2009 21.03:



Oppure sono anche partiti gli accordi sottobanco riguardanti la Ru-486?






No li c'è il leccaculismo standard. Da quello che leggevo è una guerra che va avanti tra vaticano e CEI per ridurre il potere della CEI. Le guerre interne del vaticano fanno sembrare quelle della politica italiana come delle rimpatriate familiari. Solo che esce pochissimo fuori.
Pius Augustus
00martedì 1 settembre 2009 12:50
Re: Re: Re:
daetil, 01/09/2009 9.42:




No li c'è il leccaculismo standard. Da quello che leggevo è una guerra che va avanti tra vaticano e CEI per ridurre il potere della CEI. Le guerre interne del vaticano fanno sembrare quelle della politica italiana come delle rimpatriate familiari. Solo che esce pochissimo fuori.



oggi razzingher ha appoggiato boffo, comunque questa differenza fra vaticano e cei non la vedo, semplicemente da una parte di vuole rintuzzare papi, dall'altra far vedere che comunque fin tanto che non si fanno sposare i gay e si è contro pillole e sperimentazioni la chiesa solo da una parte starà. Come diceva una turista olandese che ho in contrato a barcellona quando le ho detto che in italia non ci sono i matrimoni gay "italy is a stupid country!"
Riccardo.cuordileone
00martedì 1 settembre 2009 13:04
Re:
Pius Augustus, 01/09/2009 12.50:


Come diceva una turista olandese che ho in contrato a barcellona quando le ho detto che in italia non ci sono i matrimoni gay "italy is a stupid country!"


Ma senti quest'altro... sarà bello il suo paese di drogati, froci, islamici e prostitute... [SM=x751559]


daetil
00martedì 1 settembre 2009 15:05
Re: Re: Re: Re:
Pius Augustus, 01/09/2009 12.50:


Come diceva una turista olandese che ho in contrato a barcellona quando le ho detto che in italia non ci sono i matrimoni gay "italy is a stupid country!"




E' da notare come ci si scaglia sule famose affermazioni sulla superiorità dell'occidente rispetto ai paesi mussulmani e poi si accettano anzi approvano manifestazioni di questo tipo. Come al solito la coerenza è opzionale.
Pilbur
00martedì 1 settembre 2009 19:51
Re: Re: Re:
daetil, 01/09/2009 9.42:




No li c'è il leccaculismo standard. Da quello che leggevo è una guerra che va avanti tra vaticano e CEI per ridurre il potere della CEI. Le guerre interne del vaticano fanno sembrare quelle della politica italiana come delle rimpatriate familiari. Solo che esce pochissimo fuori.




Potrebbe essere vero, ci devono essere manovre pesanti dietro le quinte delle gerarchie ecclesiastiche....vedremo [SM=x751548]
Pius Augustus
00mercoledì 2 settembre 2009 09:25
Re: Re: Re: Re: Re:
daetil, 01/09/2009 15.05:




E' da notare come ci si scaglia sule famose affermazioni sulla superiorità dell'occidente rispetto ai paesi mussulmani e poi si accettano anzi approvano manifestazioni di questo tipo. Come al solito la coerenza è opzionale.



beh, che i paesi occidentali siano superiori ai paesi del terzo mondo tipo libia, siria o italia è indubbio, ne mai ho detto il contrario.

@riccardo: si, l'olanda è mille volte meglio dell'italia.
Lux-86
00mercoledì 2 settembre 2009 11:56

"italy is a stupid country!"



gli italiani sono peggio.

per quanto riguarda la chiesa bisognerebbe parafrasare il motto di New York: "Non importa cosa tu faccia, se sei un ipocrita il vaticano è il posto giusto per te."
Lux-86
00mercoledì 2 settembre 2009 11:58
Re: Re:
Riccardo.cuordileone, 01/09/2009 13.04:


Ma senti quest'altro... sarà bello il suo paese di drogati, froci, islamici e prostitute... [SM=x751559]





in olanda un politico condannato viene cacciato dal parlamento, qua spalleggiato da tutti, soprattutto dai finti leghisti di destra.
Pilbur
00mercoledì 2 settembre 2009 12:48
Grande Olanda, la piccola arabia d'Europa!

Si godano le loro schifose libertà di drogarsi e fare i pervertiti finchè non gli verrà imposta la sharia....è il bello della società multietnica!
DarkWalker
00mercoledì 2 settembre 2009 13:24
Re:
Pilbur, 02/09/2009 12.48:

Grande Olanda, la piccola arabia d'Europa!

Si godano le loro schifose libertà di drogarsi e fare i pervertiti finchè non gli verrà imposta la sharia....è il bello della società multietnica!




bisognerebbe chiudere gente che pensa e parla in questi termini in convento, e poi buttare la chiave. Passerebbero il tempo a trovare le piccole dieci differenze tra due leggi religiose lasciandoci liberi di essere uomini e non baciapile asserviti a una sottana e una papalina.
DarkWalker
00mercoledì 2 settembre 2009 13:27
Re: Re:
Riccardo.cuordileone, 01/09/2009 13.04:


Ma senti quest'altro... sarà bello il suo paese di drogati, froci, islamici e prostitute... [SM=x751559]






in effetti ci sono stato ed è bello, libero e prospero. Senz'altro molto meglio dell'Italia, o della Padania.
Pilbur
00giovedì 3 settembre 2009 10:26
Re: Re:
DarkWalker, 02/09/2009 13.24:




bisognerebbe chiudere gente che pensa e parla in questi termini in convento, e poi buttare la chiave. Passerebbero il tempo a trovare le piccole dieci differenze tra due leggi religiose lasciandoci liberi di essere uomini e non baciapile asserviti a una sottana e una papalina.



Credevo che oltre alla libertà di essere masochisti ci fosse ancora quella di parola...gli imam l'hanno già levata? [SM=x751575]


Lux-86
00giovedì 3 settembre 2009 12:26
Re: Re: Re:
Pilbur, 03/09/2009 10.26:



Credevo che oltre alla libertà di essere masochisti ci fosse ancora quella di parola...gli imam l'hanno già levata? [SM=x751575]






sono stati i preti e i loro compagni di scopate
Pius Augustus
00venerdì 4 settembre 2009 12:32
La solidarietà tardiva della segreteria di Stato al direttore
dell'Avvenire Boffo e un progetto politico con Casini e Montezemolo
Nella frattura fra Bertone e Bagnasco
spunta il piano per il "Nuovo Centro"
di MASSIMO GIANNINI

Nella frattura fra Bertone e Bagnasco spunta il piano per il "Nuovo Centro"

Angelo Bagnasco
"E ADESSO niente sarà più come prima...". Non è un anatema. Piuttosto è una presa d'atto, dura ma netta, quella che si raccoglie Oltre Tevere in queste ore difficili e amare. Se è vero che Dino Boffo è "l'ultima vittima di Berlusconi", come scrive persino il New York Times, è chiaro che questa vicenda apre una doppia, profonda ferita. Sul corpo della Chiesa, già attraversato da divisioni latenti. E nel rapporto tra Santa Sede e governo, già destabilizzato da incomprensioni crescenti.

Per la Chiesa, il doloroso sacrificio di Boffo nasconde la frattura che si è aperta tra Segreteria di Stato e Conferenza Episcopale. Per rendersene conto basta ricostruire le tappe che hanno portato alla drammatica uscita di scena del direttore di Avvenire. Venerdì scorso si consuma il primo atto, con l'operazione di killeraggio del Giornale e il conseguente annullamento della Cena della Perdonanza tra Bertone e Berlusconi. Un colpo a freddo, che nelle alte gerarchie nessuno si aspettava, ma che innesca reazioni differenti. Nel fine settimana Boffo comincia a meditare sull'ipotesi delle dimissioni. L'idea prende materialmente corpo lunedì mattina, quando sul Corriere della Sera esce un'intervista al direttore dell'Osservatore Romano. Una sortita altrettanto inaspettata, quella di Gian Maria Vian, che giudica "imprudente ed esagerato" un certo modo di fare giornalismo dell'Avvenire e conclude con un sibillino "noi non ci occupiamo di polemiche politiche contingenti".

Per l'intera mattinata Boffo aspetta una correzione di tiro della Segreteria di Stato. Ma non arriva nulla. Oltre Tevere si racconta di una telefonata di Bagnasco: "Scusate, ma quell'intervista è cosa vostra?", avrebbe chiesto a Bertone. "Non lo è - sarebbe stata la risposta - e ci siamo anche lamentati con Vian, che ha impropriamente parlato in prima persona plurale". Ma questo è tutto. Dalla Segreteria di Stato non esce nulla di pubblico. Così, lunedì pomeriggio Boffo va personalmente da Bagnasco, e gli consegna la sua lettera di dimissioni. Mentre il direttore parla con il cardinale, arriva la telefonata di Ratzinger, che chiede: "Il dottor Boffo come sta? Mi raccomando, deve andare avanti...". Il presidente della Cei riferisce a Boffo, che di fronte al Papa non può certo tirarsi indietro.

Martedì mattina lo scenario in parte cambia. Repubblica dà la notizia: solidarietà del Pontefice a Boffo. Solo a quel punto, molte ore dopo, il direttore della Sala Stampa Vaticana padre Lombardi annuncia che Bertone ha effettivamente telefonato al direttore di Avvenire, per offrirgli il suo sostegno. Ma sono passati ben cinque giorni dal siluro di Feltri, prima che la Segreteria di Stato muovesse un passo ufficiale. Intanto Boffo è rimasto sulla graticola. E nel frattempo persino monsignor Fisichella, nel silenzio della Curia, contesta apertamente il quotidiano per le critiche al governo sull'immigrazione.

Mercoledì Feltri torna all'attacco, e sostiene che la "nota informativa" che getta fango sulla vita privata di Boffo è una velina uscita dal Vaticano. Padre Lombardi smentisce. E aggiunge l'ultima novità: papa Ratzinger ha chiamato il cardinal Bagnasco, per avere notizie "sulla situazione in atto". Ma dalla Segreteria di Stato ancora silenzio. Così si arriva al colpo di scena di ieri: dopo una settimana di fuoco incrociato, il direttore di Avvenire getta la spugna e se ne va.

Ma perché all'offensiva volgare e violenta del Giornale la Santa Sede ha fatto scudo in modo così discontinuo e frammentato? "Qui - secondo la ricostruzione che si raccoglie negli ambienti della Cei - si apre la frattura con l'episcopato". Il cardinal Bertone, due anni fa, aveva lanciato la candidatura di Bagnasco alla Conferenza episcopale con una convinzione, che la realtà dei fatti ha presto svilito in pia illusione: trasformare la conferenza dei vescovi in una "cinghia di trasmissione" della Santa Sede, dopo la stagione troppo lunga dell'autoreferenzialità ruiniana. Il tentativo è fallito, ben prima che scoppiasse il caso Avvenire e che scattasse l'imboscata mediatica ordita dal Cavaliere e dai suoi giornali ai danni del direttore.

"Lo stesso Bertone lo ha riconosciuto - raccontano Oltre Tevere - quando qualche settimana fa si è lasciato scappare che la nomina di Bagnasco è stato il suo errore più grave. E certe cose, in questi palazzi, si vengono a sapere molto presto...". Secondo questa stessa ricostruzione, il caso Boffo precipita proprio in questa faglia, che divide Bertone da Bagnasco. E in questa faglia si inserisce anche l'ultima, clamorosa indiscrezione di queste ore: cioè quello che Oltre Tevere qualcuno definisce "il Piano Esterno". Contrariamente a quello che si pensa - raccontano - "il Segretario di Stato non vuole una Cei schierata con Berlusconi, che considera ormai già fuori dai giochi. Il vero progetto che sta a cuore alla Santa Sede riguarda la nuova aggregazione di centro, che ora avrebbe Pierferdinando Casini come perno politico, e che in futuro vedrebbe Luca di Montezemolo come punto di riferimento finale".

A questo "Piano Esterno" si starebbe lavorando da tempo, tra Segreteria di Stato e una piccola, ristretta cerchia di intellettuali esterni, laici e cattolici, che orbitano intorno al Vaticano e allo stesso direttore dell'Osservatore Vian. Vera o falsa che sia, questa ipotesi spiega molto di quello che è accaduto e può ancora accadere. Bertone - sostengono ambienti vicini alla Cei - potrebbe aver gestito il caso Boffo proprio in questa logica: usare l'aggressione al direttore di Avvenire prima per rimettere in riga l'episcopato, e poi per assestare il colpo finale contro il presidente del Consiglio, aprendo le porte del paradiso alla Cosa Bianca di Casini e Montezemolo. Di qui, fino a ieri, la difesa intermittente e quasi forzata a Boffo. Di qui, da domani in poi, la rottura definitiva e irrimediabile con Berlusconi. "Niente sarà più come prima", appunto. Vale per la Chiesa di Roma, ma vale anche per il Cavaliere di Arcore.
m.giannini@repubblica.it

(4 settembre 2009)
Pilbur
00venerdì 4 settembre 2009 12:37
Re:
Pius Augustus, 04/09/2009 12.32:

La solidarietà tardiva della segreteria di Stato al direttore
dell'Avvenire Boffo e un progetto politico con Casini e Montezemolo
Nella frattura fra Bertone e Bagnasco
spunta il piano per il "Nuovo Centro"
di MASSIMO GIANNINI

Nella frattura fra Bertone e Bagnasco spunta il piano per il "Nuovo Centro"

Angelo Bagnasco
"E ADESSO niente sarà più come prima...". Non è un anatema. Piuttosto è una presa d'atto, dura ma netta, quella che si raccoglie Oltre Tevere in queste ore difficili e amare. Se è vero che Dino Boffo è "l'ultima vittima di Berlusconi", come scrive persino il New York Times, è chiaro che questa vicenda apre una doppia, profonda ferita. Sul corpo della Chiesa, già attraversato da divisioni latenti. E nel rapporto tra Santa Sede e governo, già destabilizzato da incomprensioni crescenti.

Per la Chiesa, il doloroso sacrificio di Boffo nasconde la frattura che si è aperta tra Segreteria di Stato e Conferenza Episcopale. Per rendersene conto basta ricostruire le tappe che hanno portato alla drammatica uscita di scena del direttore di Avvenire. Venerdì scorso si consuma il primo atto, con l'operazione di killeraggio del Giornale e il conseguente annullamento della Cena della Perdonanza tra Bertone e Berlusconi. Un colpo a freddo, che nelle alte gerarchie nessuno si aspettava, ma che innesca reazioni differenti. Nel fine settimana Boffo comincia a meditare sull'ipotesi delle dimissioni. L'idea prende materialmente corpo lunedì mattina, quando sul Corriere della Sera esce un'intervista al direttore dell'Osservatore Romano. Una sortita altrettanto inaspettata, quella di Gian Maria Vian, che giudica "imprudente ed esagerato" un certo modo di fare giornalismo dell'Avvenire e conclude con un sibillino "noi non ci occupiamo di polemiche politiche contingenti".

Per l'intera mattinata Boffo aspetta una correzione di tiro della Segreteria di Stato. Ma non arriva nulla. Oltre Tevere si racconta di una telefonata di Bagnasco: "Scusate, ma quell'intervista è cosa vostra?", avrebbe chiesto a Bertone. "Non lo è - sarebbe stata la risposta - e ci siamo anche lamentati con Vian, che ha impropriamente parlato in prima persona plurale". Ma questo è tutto. Dalla Segreteria di Stato non esce nulla di pubblico. Così, lunedì pomeriggio Boffo va personalmente da Bagnasco, e gli consegna la sua lettera di dimissioni. Mentre il direttore parla con il cardinale, arriva la telefonata di Ratzinger, che chiede: "Il dottor Boffo come sta? Mi raccomando, deve andare avanti...". Il presidente della Cei riferisce a Boffo, che di fronte al Papa non può certo tirarsi indietro.

Martedì mattina lo scenario in parte cambia. Repubblica dà la notizia: solidarietà del Pontefice a Boffo. Solo a quel punto, molte ore dopo, il direttore della Sala Stampa Vaticana padre Lombardi annuncia che Bertone ha effettivamente telefonato al direttore di Avvenire, per offrirgli il suo sostegno. Ma sono passati ben cinque giorni dal siluro di Feltri, prima che la Segreteria di Stato muovesse un passo ufficiale. Intanto Boffo è rimasto sulla graticola. E nel frattempo persino monsignor Fisichella, nel silenzio della Curia, contesta apertamente il quotidiano per le critiche al governo sull'immigrazione.

Mercoledì Feltri torna all'attacco, e sostiene che la "nota informativa" che getta fango sulla vita privata di Boffo è una velina uscita dal Vaticano. Padre Lombardi smentisce. E aggiunge l'ultima novità: papa Ratzinger ha chiamato il cardinal Bagnasco, per avere notizie "sulla situazione in atto". Ma dalla Segreteria di Stato ancora silenzio. Così si arriva al colpo di scena di ieri: dopo una settimana di fuoco incrociato, il direttore di Avvenire getta la spugna e se ne va.

Ma perché all'offensiva volgare e violenta del Giornale la Santa Sede ha fatto scudo in modo così discontinuo e frammentato? "Qui - secondo la ricostruzione che si raccoglie negli ambienti della Cei - si apre la frattura con l'episcopato". Il cardinal Bertone, due anni fa, aveva lanciato la candidatura di Bagnasco alla Conferenza episcopale con una convinzione, che la realtà dei fatti ha presto svilito in pia illusione: trasformare la conferenza dei vescovi in una "cinghia di trasmissione" della Santa Sede, dopo la stagione troppo lunga dell'autoreferenzialità ruiniana. Il tentativo è fallito, ben prima che scoppiasse il caso Avvenire e che scattasse l'imboscata mediatica ordita dal Cavaliere e dai suoi giornali ai danni del direttore.

"Lo stesso Bertone lo ha riconosciuto - raccontano Oltre Tevere - quando qualche settimana fa si è lasciato scappare che la nomina di Bagnasco è stato il suo errore più grave. E certe cose, in questi palazzi, si vengono a sapere molto presto...". Secondo questa stessa ricostruzione, il caso Boffo precipita proprio in questa faglia, che divide Bertone da Bagnasco. E in questa faglia si inserisce anche l'ultima, clamorosa indiscrezione di queste ore: cioè quello che Oltre Tevere qualcuno definisce "il Piano Esterno". Contrariamente a quello che si pensa - raccontano - "il Segretario di Stato non vuole una Cei schierata con Berlusconi, che considera ormai già fuori dai giochi. Il vero progetto che sta a cuore alla Santa Sede riguarda la nuova aggregazione di centro, che ora avrebbe Pierferdinando Casini come perno politico, e che in futuro vedrebbe Luca di Montezemolo come punto di riferimento finale".

A questo "Piano Esterno" si starebbe lavorando da tempo, tra Segreteria di Stato e una piccola, ristretta cerchia di intellettuali esterni, laici e cattolici, che orbitano intorno al Vaticano e allo stesso direttore dell'Osservatore Vian. Vera o falsa che sia, questa ipotesi spiega molto di quello che è accaduto e può ancora accadere. Bertone - sostengono ambienti vicini alla Cei - potrebbe aver gestito il caso Boffo proprio in questa logica: usare l'aggressione al direttore di Avvenire prima per rimettere in riga l'episcopato, e poi per assestare il colpo finale contro il presidente del Consiglio, aprendo le porte del paradiso alla Cosa Bianca di Casini e Montezemolo. Di qui, fino a ieri, la difesa intermittente e quasi forzata a Boffo. Di qui, da domani in poi, la rottura definitiva e irrimediabile con Berlusconi. "Niente sarà più come prima", appunto. Vale per la Chiesa di Roma, ma vale anche per il Cavaliere di Arcore.
m.giannini@repubblica.it

(4 settembre 2009)



Se credono di resuscitare la Dc sbagliano di grosso
Armilio1
00venerdì 4 settembre 2009 13:17
Re:
Pius Augustus, 04/09/2009 12.32:

La solidarietà tardiva della segreteria di Stato al direttore
dell'Avvenire Boffo e un progetto politico con Casini e Montezemolo
Nella frattura fra Bertone e Bagnasco
spunta il piano per il "Nuovo Centro"
di MASSIMO GIANNINI

Nella frattura fra Bertone e Bagnasco spunta il piano per il "Nuovo Centro"

Angelo Bagnasco
"E ADESSO niente sarà più come prima...". Non è un anatema. Piuttosto è una presa d'atto, dura ma netta, quella che si raccoglie Oltre Tevere in queste ore difficili e amare. Se è vero che Dino Boffo è "l'ultima vittima di Berlusconi", come scrive persino il New York Times, è chiaro che questa vicenda apre una doppia, profonda ferita. Sul corpo della Chiesa, già attraversato da divisioni latenti. E nel rapporto tra Santa Sede e governo, già destabilizzato da incomprensioni crescenti.

Per la Chiesa, il doloroso sacrificio di Boffo nasconde la frattura che si è aperta tra Segreteria di Stato e Conferenza Episcopale. Per rendersene conto basta ricostruire le tappe che hanno portato alla drammatica uscita di scena del direttore di Avvenire. Venerdì scorso si consuma il primo atto, con l'operazione di killeraggio del Giornale e il conseguente annullamento della Cena della Perdonanza tra Bertone e Berlusconi. Un colpo a freddo, che nelle alte gerarchie nessuno si aspettava, ma che innesca reazioni differenti. Nel fine settimana Boffo comincia a meditare sull'ipotesi delle dimissioni. L'idea prende materialmente corpo lunedì mattina, quando sul Corriere della Sera esce un'intervista al direttore dell'Osservatore Romano. Una sortita altrettanto inaspettata, quella di Gian Maria Vian, che giudica "imprudente ed esagerato" un certo modo di fare giornalismo dell'Avvenire e conclude con un sibillino "noi non ci occupiamo di polemiche politiche contingenti".

Per l'intera mattinata Boffo aspetta una correzione di tiro della Segreteria di Stato. Ma non arriva nulla. Oltre Tevere si racconta di una telefonata di Bagnasco: "Scusate, ma quell'intervista è cosa vostra?", avrebbe chiesto a Bertone. "Non lo è - sarebbe stata la risposta - e ci siamo anche lamentati con Vian, che ha impropriamente parlato in prima persona plurale". Ma questo è tutto. Dalla Segreteria di Stato non esce nulla di pubblico. Così, lunedì pomeriggio Boffo va personalmente da Bagnasco, e gli consegna la sua lettera di dimissioni. Mentre il direttore parla con il cardinale, arriva la telefonata di Ratzinger, che chiede: "Il dottor Boffo come sta? Mi raccomando, deve andare avanti...". Il presidente della Cei riferisce a Boffo, che di fronte al Papa non può certo tirarsi indietro.

Martedì mattina lo scenario in parte cambia. Repubblica dà la notizia: solidarietà del Pontefice a Boffo. Solo a quel punto, molte ore dopo, il direttore della Sala Stampa Vaticana padre Lombardi annuncia che Bertone ha effettivamente telefonato al direttore di Avvenire, per offrirgli il suo sostegno. Ma sono passati ben cinque giorni dal siluro di Feltri, prima che la Segreteria di Stato muovesse un passo ufficiale. Intanto Boffo è rimasto sulla graticola. E nel frattempo persino monsignor Fisichella, nel silenzio della Curia, contesta apertamente il quotidiano per le critiche al governo sull'immigrazione.

Mercoledì Feltri torna all'attacco, e sostiene che la "nota informativa" che getta fango sulla vita privata di Boffo è una velina uscita dal Vaticano. Padre Lombardi smentisce. E aggiunge l'ultima novità: papa Ratzinger ha chiamato il cardinal Bagnasco, per avere notizie "sulla situazione in atto". Ma dalla Segreteria di Stato ancora silenzio. Così si arriva al colpo di scena di ieri: dopo una settimana di fuoco incrociato, il direttore di Avvenire getta la spugna e se ne va.

Ma perché all'offensiva volgare e violenta del Giornale la Santa Sede ha fatto scudo in modo così discontinuo e frammentato? "Qui - secondo la ricostruzione che si raccoglie negli ambienti della Cei - si apre la frattura con l'episcopato". Il cardinal Bertone, due anni fa, aveva lanciato la candidatura di Bagnasco alla Conferenza episcopale con una convinzione, che la realtà dei fatti ha presto svilito in pia illusione: trasformare la conferenza dei vescovi in una "cinghia di trasmissione" della Santa Sede, dopo la stagione troppo lunga dell'autoreferenzialità ruiniana. Il tentativo è fallito, ben prima che scoppiasse il caso Avvenire e che scattasse l'imboscata mediatica ordita dal Cavaliere e dai suoi giornali ai danni del direttore.

"Lo stesso Bertone lo ha riconosciuto - raccontano Oltre Tevere - quando qualche settimana fa si è lasciato scappare che la nomina di Bagnasco è stato il suo errore più grave. E certe cose, in questi palazzi, si vengono a sapere molto presto...". Secondo questa stessa ricostruzione, il caso Boffo precipita proprio in questa faglia, che divide Bertone da Bagnasco. E in questa faglia si inserisce anche l'ultima, clamorosa indiscrezione di queste ore: cioè quello che Oltre Tevere qualcuno definisce "il Piano Esterno". Contrariamente a quello che si pensa - raccontano - "il Segretario di Stato non vuole una Cei schierata con Berlusconi, che considera ormai già fuori dai giochi. Il vero progetto che sta a cuore alla Santa Sede riguarda la nuova aggregazione di centro, che ora avrebbe Pierferdinando Casini come perno politico, e che in futuro vedrebbe Luca di Montezemolo come punto di riferimento finale".

A questo "Piano Esterno" si starebbe lavorando da tempo, tra Segreteria di Stato e una piccola, ristretta cerchia di intellettuali esterni, laici e cattolici, che orbitano intorno al Vaticano e allo stesso direttore dell'Osservatore Vian. Vera o falsa che sia, questa ipotesi spiega molto di quello che è accaduto e può ancora accadere. Bertone - sostengono ambienti vicini alla Cei - potrebbe aver gestito il caso Boffo proprio in questa logica: usare l'aggressione al direttore di Avvenire prima per rimettere in riga l'episcopato, e poi per assestare il colpo finale contro il presidente del Consiglio, aprendo le porte del paradiso alla Cosa Bianca di Casini e Montezemolo. Di qui, fino a ieri, la difesa intermittente e quasi forzata a Boffo. Di qui, da domani in poi, la rottura definitiva e irrimediabile con Berlusconi. "Niente sarà più come prima", appunto. Vale per la Chiesa di Roma, ma vale anche per il Cavaliere di Arcore.
m.giannini@repubblica.it

(4 settembre 2009)



Ammesso che tutte queste delucubrazioni abbiano base reale, credo che questa sarebbe la scelta più sensata per la chiesa, ideologicamente. Mi chiedevo infatti quando avrebbero abbandonato Berlu per andare ad appoggiare Casini.


DarkWalker
00venerdì 4 settembre 2009 13:38
secondo me,nel caso venisse alla luce, la nuova dc avrebbe una impronta molto più confessionale rispetto quella vecchia.
-Giona-
00venerdì 4 settembre 2009 14:56
C'è una parte della CEI che dal 1994 ha sempre preferito guardare verso sinistra per via della maggiore rilevanza data alla dottrina sociale della chiesa rispetto ai temi cosiddetti etici e che per questo non ha mai visto con simpatia Berlusconi. Anche a causa delle sue mosse spregiudicate e del fatto che sia divorziato e risposato (ebbene sì, per certi cattolici questo conta ancora molto). I referenti d'elezione di questi prelati erano in primo luogo i politici del PPI (nel 1996 una nota della CEI disse che "le televisioni di Berlusconi veicolavano messaggi anticristiani") e della Margherita, ma le controversie etiche su PACS, eutanasia, pillole abortive ecc. hanno scatenato la reazione dell'altra fazione della Chiesa (quella che guarda più verso destra), che ha ripreso più visibilità e li ha messi in difficoltà a sostenere le loro posizioni. Lo sganciamento di Casini da Berlusconi ha fatto sì che lui si proponesse come nuovo interlocutore privilegiato per la Chiesa: per questo penso che gli attacchi di Boffo a Berlusconi s'inseriscano in una strategia orchestrata dall'ala della CEI filo-UDC e filo-PD, tesa a dimostrare che Berlusconi non sia un interlocutore affidabile nemmeno per i temi etici, e che quindi è meglio schierarsi dalla parte di chi almeno ha una visione socio-economica più affine.
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